Ronaldo, un siluro per spazzare la bufera Poi per lui solo ordinaria amministrazione

il ritrattoGiuseppe Pisano / UDINE Cristiano Ronaldo era l’uomo più atteso, manco a dirlo. Per il livello del giocatore, ma anche per il clamore suscitato dalle accuse di stupro che alla vigilia del...

il ritratto

Giuseppe Pisano / UDINE

Cristiano Ronaldo era l’uomo più atteso, manco a dirlo. Per il livello del giocatore, ma anche per il clamore suscitato dalle accuse di stupro che alla vigilia del match lo hanno posto al centro della bufera. Una vicenda che ieri, proprio mentre Udinese e Juventus si apprestavano a scendere in campo al Friuli, si è arricchita di un nuovo capitolo: secondo quanto riportato dalla rivista tedesca Der Spiegel, la polizia di Las Vegas avrebbe smarrito le prove dell’episodio risalente al 2009. Sugli spalti, intanto, serpeggiava un punto interrogativo: come reagirà il fuoriclasse portoghese sul campo? La risposta è stata in linea con la sua carriera: concentrazione ferrea sul campo, mentalità vincente e marchio indelebile sulla partita appena arriva l’occasione giusta. Ronaldo entra in campo per il riscaldamento alle 17.35 insieme ai suoi compagni, prova il tiro in porta verso la curva sud, dove sono assiepati i tifosi juventini, che lo invocano. Veni minuti dopo, altra musica: lo speaker del Friuli annuncia le formazioni, la curva nord ricopre di fischi il numero 7 e gli altri giocatori ospiti. Si comincia in perfetto orario, Ronaldo si sistema sulla sinistra nel tridente di Allegri, con inedita divisa beige da trasferta e scarpette fluorescenti. Dopo un 1’20” CR7 tocca il suo primo pallone, cerca lo scambio con Alex Sandro, il tifo juventino va subito in visibilio. Al 7’ il primo acuto: l’asso portoghese si sposta sulla destra, duetta con il connazionale Cancelo e fa partire un tiro dal limite: deviazione di un difensore e palla di poco alta sopra la traversa di Scuffet. Ronaldo svaria su tutto il fronte offensivo della Juve, cambia continuamente posizione con Dybala e Mandukic per non dare riferimenti ai difensori udinesi, al 17’ ci prova di testa, pallone alto. Ancora fischi al 21’, quando CR7 prova ad andar via a Behrami sulla destra: c’è un contatto minimo, l’arbitro Abisso inizialmente lascia correre, poi fischia il fallo, condizionato dalle proteste dello juventino. Ci si aspetta da un momento all’altro un guizzo, uno scatto, un doppio passo.

Invece niente, è un Ronaldo abulico. È il 29’ quando sbaglia uno stop elementare, ed arriva un’alta bordata di fischi. CR7 non sbaglia lo stop al 34’, e la Juve passa. Appoggio per Dybala, ripartenza per Cancelo, cross e Bentancur appoggia in rete di testa anticipando proprio Ronaldo. Passano tre minuti e arriva la stoccata del fuoriclasse: assist di Mandzukic sul vertice sinistro dell’area e siluro mancino di Cristiano, con la ben nota esultanza a braccia e gambe larghe per festeggiare. Nella ripresa, con la Juve in gestione del doppio vantaggio, Ronaldo resta a lungo ai margini del gioco. Un paio di lampi a metà frazione, con un tiro centrale e un assist per il neo entrato Bernardeschi, su cui si supera Scuffet. La doppietta sembra servita al 73’, ma CR7 tira su Scuffet un rigore in movimento. L’ultimo pallone Ronaldo lo tocca al 93’, tentando una sgroppata sulla sinistra, salvo commettere fallo. Poco dopo arriva il triplice fischio, CR7 e compagni vanno sotto la curva ospite e festeggiano la decima vittoria su dieci. —

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