Quarto Mondiale, Zanni è la bandiera dell’Italia

La seconda linea udinese entra nella storia della Nazionale: «In Giappone vogliamo l’impresa, superando il primo turno»



Con 113 presenze in maglia azzurra (delle quali 58 addirittura consecutive) e 135 gettoni con la casacca della Benetton Treviso era già una bandiera del rugby italiano, ma dopo la scelta dell’head coach dell’Italrugby (Conor O’Shea) di convocarlo per il mondiale in Giappone, l’udinese Alessandro Zanni è diventato un’istituzione anche per la Nazionale. Con quello in terra nipponica (dal 20 settembre al 2 novembre), infatti, saranno 4 le partecipazioni alla Coppa del Mondo: più di lui solo due leggende come Sergio Parisse e Mauro Bergamasco, con 5 tornei iridati.

Numeri che parlano da soli quelli della seconda/terza linea azzurra, prodotto del vivaio udinese che tra Calvisano e Treviso ha trovato il suo posto tra i grandi del rugby italiano. E non solo.

Alessandro, nato ad Udine il 31 gennaio 1984, comincia a giocare a rugby nella Leonorso Rugby Udine, facendo il suo esordio in Serie B con la maglia della Rugby Udine nel 2003, aiutando la squadra a conquistare la serie A. Dopo due stagioni passa al Calvisano e, allo stesso tempo, comincia a farsi conoscere anche a livello internazionale, grazie all’allora ct dell’Italia, Pierre Berbizier, che lo convoca in azzurro. Nel 2006 disputa il primo dei suoi 13 “Sei Nazioni” e, nel 2007, prende parte al suo primo Mondiale. Al termine della stagione 2007/2008 vince il primo scudetto con il Rugby Calvisano, battendo in finale il Benetton Rugby, dove si trasferisce nell’estate del 2009: da allora Zanni ha vestito la maglia dei Leoni 135 volte conquistando uno scudetto, una Coppa Italia, una Supercoppa italiana e prendendo parte, anche nelle vesti di capitano, a 9 “Celtic League/PRO14” e altrettante coppe europee.

Come affronterà Zanni questa quarta Coppa del Mondo?

«Questi anni di azzurro mi hanno lasciato momenti incredibili e forti emozioni, sopratutto per alcune vittorie, vedi quella contro la Francia del 2011 o la partita contro l’Irlanda nel Sei Nazioni 2013. Senza dimenticare il mio esordio inaspettato, a Prato, nel 2005».

Cos’è cambiato dagli inizi?

«Il rugby è molto cambiato negli ultimi 15-20 anni, si è velocizzato ed è diventato molto più fisico. I giocatori devono essere preparati al massimo per sostenere tutti gli 80 minuti e si presta massima attenzione anche a quello che avviene fuori dal campo: recupero, alimentazione, analisi maniacale delle partite».

Cosa si aspetta Zanni da questo Mondiale?

«Vogliamo fare qualcosa che non è mai stato fatto prima, passare il girone di qualificazione, ma sappiamo che sarà una sfida durissima. Ci siamo preparati duramente per questo obiettivo e siamo fiduciosi». —



Riproduzione riservata © Messaggero Veneto