Quagliarella ridimensiona l’Udinese

A Torino passo indietro dei bianconeri, che devono ringraziare Karnezis per aver limitato i danni. Imbarazzante Allan
Di Pietro Oleotto
Jean Francois Gillet (L) of FC Torino makes a save during Italian Serie A soccer match between Fc Torino and Udinese at the Stadio Olimpico, Turin, 19 October 2014. ANSA/ANDREA DI MARCO
Jean Francois Gillet (L) of FC Torino makes a save during Italian Serie A soccer match between Fc Torino and Udinese at the Stadio Olimpico, Turin, 19 October 2014. ANSA/ANDREA DI MARCO

INVIATO A TORINO. Ti aspetti un film epico: chessò, «Il gladiatore». Oppure «Maciste». No, ragazzi: le comiche no. La domenica succedeva così negli anni ruggenti, quando la televisione era in bianconero e i canali si contavano sulle dita di una mano. Oggi le comiche. Che programma. Charlie Chaplin, Stanlio e Ollio, Buster Keaton: facce che le nuove generazioni non sanno riconoscere.

Sarà per questo che ieri l’Udinese ha voluto rivisitare la domenica con le comiche giocando e perdendo con il Torino senza fare praticamente un tiro nella porta per almeno 80 minuti e proponendo nuovi personaggi della risata.

Imballato e letteralmente sciagurato per il numero dei palloni regalati agli avversari, Allan ha fatto ridere per 90 minuti, tornando a essere, dopo un paio di prestazioni davvero incoraggianti, la sciagura che lo scorso campionato aveva fatto disperare (in special modo in trasferta), Guidolin e i tifosi bianconeri.

Ma ci sarebbero altri attori non protagonisti da segnalare per l’oscar della risata, una delusione infinita per come l’Udinese ha interpretato una trasferta chiave sulla strada della crescita.

Serviva un’altra testa, un atteggiamento decisamente più propositivo per mettere in difficoltà gli avversari: c’è ancora molto da lavorare, sulla tattica, sulla mentalità, sulle soluzioni alternative. Il Toro ha meritato il bottino: avrebbe potuto dilagare se non avesse trovato sulla propria strada un Karnezis formato gigante, ma alla fine ha capitalizzato l’unico gol, siglato da Fabio Quagliarella, un signor attaccante anche quando si tratta di non esultare ricordando il passato a Udine.

Stramaccioni ora dovrà tirare una riga sulla prestazione di ieri, cancellare praticamente molto: lavorerà sul copione tattico, sul 4-4-2 visto all’opera all’inizio a Torino.

Figlio della stanchezza dei nazionali (Badu e Piris), degli acciacchi (Kone e Muriel), delle scelte tecniche (Pinzi per Guilherme), il modulo disegnato da Strama ha stupito per l’impiego di Evangelista che ha dimostrato di essere ancora troppo acerbo - fin dalla scelta sbagliata degli scarpini -, ma tutt’altro che disprezzabile per qualità tecniche in prospettiva futura.

All’inizio il piano ha funzionato soprattutto perchè è riuscito a bloccare la partita trasformandola in una sfida a scacchi. Poi, all’inizio della ripresa, con il Toro a premere sulla trequarti, la clamorosa apnea bianconera.

Poca personalità, tanti palloni persi in uscita, molto imbarazzo anche da parte di Strama che, con Allan e Pinzi poco illuminati, ha cercato qualche segnale di risveglio per scegliere chi togliere per inserire Guilherme, dopo aver sostituito Evangelista con Badu.

Il gol del Quaglia è stata quasi una conseguenza di questo atteggiamento, impaurito, poco coraggioso, in controtendenza con quello che si era visto nelle prime giornate.

Al di là del risultato, è la faccia da recuperare. Quella di ieri fa soltanto ridere: l’unica risata possibile, altrimenti ci sarebbe da strillare e battere i piedi in terra guardando alla classifica e a un quarto posto che non c’è più.

Sarebbe bastato poco per conservarlo.

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