“Prima” allo stadio Teghil per il Pordenone, di fronte i giovani talenti della Juve
Il mister chiede ai suoi «un pizzico di quella cattiveria che fa vincere le gare»

Maglie e colori sono gli stessi. Come pure il nome, se non fosse per quel “suffisso” (Next Gen) che sa di futuro. Sarà pur sempre una Juventus, ovvero una costola della squadra più titolata d’Italia, a sfidare oggi il Pordenone nell’anticipo della seconda giornata di serie C.
FABBRICA DI TALENTI
Una Juventus giovane, come si evince dal nome (sino all’anno scorso era semplicemente under 23), capace di lanciare gli elementi più promettenti: leggansi i vari Nicolò Fagioli e Fabio Miretti, ora alla corte di Max Allegri nella formazione maggiore. E a un mago di talenti in erba come Massimo Brambilla, forgiatosi nell’illustre scuola dell’Atalanta, è stata affidata da quest’estate la guida della squadra bianconera, in precedenza nelle mani dell’ex neroverde Lamberto Zauli, tornato ai box dopo un veloce passaggio all’Alto Adige.
Per il Pordenone, dunque, una sfida quantomeno suggestiva, che, grazie al nome dell’avversaria e al bel successo all’esordio nel derby di Trieste, potrebbe richiamare al Teghil di Lignano un pubblico d’eccezione. Pur con la defezione, pesante, degli ultras neroverdi.
INSIDIE
È l’esordio “casalingo” del nuovo ramarro targato Mimmo Di Carlo, il quale non nasconde le insidie della gara odierna, indicando ai suoi tre, meglio quattro, parole d’ordine: «Perfetti, concentrati, determinati e con quel pizzico di cattiveria in più rispetto agli avversari che consente di vincere le partite». Perché il tecnico neroverde punta a restare a punteggio pieno: «Certo, perché se è vero che la loro squadra, pur giovane, è molto tecnica, anche a noi la qualità non manca».
Di Carlo si concede quindi una disamina più approfondita dei rivali: «Devo complimentarmi con il loro allenatore (Brambilla) perché in poco tempo è già riuscito a dare alla squadra una precisa identità. Sono veloci nelle ripartenze e, allo stesso tempo, molto abili a gestire palla se li lasci giocare. Sarà fondamentale vincere i duelli nell’uno contro uno».
POCO TURNOVER
A precisa domanda sulla possibilità che, dopo le ottime risposte di chi è entrato a gara in corso a Trieste (il secondo gol è stato costruito sull’asse Biondi-Piscopo, entrambi partiti dalla panchina) e visti i prossimi impegni ravvicinati, ci possa essere un po’ di turnover, Di Carlo glissa: «Ci sono tante partite e per me non esistono titolari e riserve. I ragazzi lo sanno».
Al di là delle affermazioni di facciata, non è escluso che qualche novità possa esserci. Se non altro pensando alle due trasferte consecutive della settimana entrante: martedì a Verona e sabato a San Giuliano Milanese.
Sicuri indisponibili Negro e Palombi. Altri due importanti volti nuovi come Pinato e Dubickas, ancora non al top, si vedranno probabilmente in corso d’opera. Stesso dilemma (confermare la squadra vincente all’esordio con il Trento o gestire le forze) per Massimo Brambilla, nelle cui file milita anche il talento dell’Udinese Martin Palumbo.
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