Apu, la forza sono le idee: in Serie A con un budget di fascia medio bassa

Udine ha investito 5 milioni come Treviso, Trento, Napoli e Varese. Le altre sono tutte più “ricche”compresa la neopromossa Cantù

Giuseppe Pisano
Aubrey Dawkins con la divisa del Gottinga nella stagione ’20-’21
Aubrey Dawkins con la divisa del Gottinga nella stagione ’20-’21

Il campionato di serie A ’24/’25 è stato uno dei più equilibrati degli ultimi anni, eppure le forze economiche messe in campo sono molto distanti fra i top club che fanno l’Eurolega, quelli di fascia medio-alta e quelli che lottano per restare a galla. Sarà così anche nella stagione ’25/’26, con l’Apu neopromossa in cerca di un posto al sole.

Come si fa a ridurre il gap e a competere con le società più ricche? Un’attenta gestione non basta, serve la forza delle idee. Molto raramente i budget delle società di A vengono resi pubblici dalle stesse, ma ci sono diversi siti specializzati che nell’arco di una stagione stilano le classifiche dei club in base alla loro disponibilità economica.

Per l’Olimpia Milano, ad esempio, si parla di un budget annuo di 40 milioni di euro, di qui 15 destinati soltanto agli stipendi. Segue la Virtus Bologna con un budget annuo di 25 milioni di cui 10 stanziati per gli stipendi. Dietro ai due team di Eurolega ci sono quelli che fanno le altre coppe europee e in campionato si collocano in zona play-off, con budget che vanno dai 6 milioni ai 10 milioni di euro: parliamo delle varie Venezia, Tortona, Trapani, Brescia, Reggio Emilia e Sassari, ma anche di Trieste, il cui budget si aggira attorno agli 8 milioni di euro.

Le squadre di medio-bassa classifica come Treviso, Napoli e Varese, ma anche la sorprendente Trento, viaggiano attorno ai 5 milioni di euro. È proprio nella fascia di classifica che garantisce la salvezza che intende collocarsi la neopromossa Apu Old Wild West, che per il suo primo anno di serie A ha stanziato 5 milioni di euro: nell’anno appena concluso erano oltre 3 milioni. L’altra neopromossa Cantù, secondo la stampa brianzola, avrà a disposizione 5,5 milioni, e sarà quindi fra le principali rivali di Udine nella metà di destra della classifica.

Qui entra in gioco la forza delle idee, soprattutto sul mercato degli americani. Le squadre che fanno le coppe europee (Eurolega a parte) hanno maggior appeal, perché garantiscono ai giocatori maggior visibilità. Ecco quindi che servono scouting, conoscenze e un po’ di coraggio. L’Apu, pur non cercando scommesse con i cosiddetti “rookie”, ha deciso di puntare su giocatori in ascesa ma non ancora affermati: è il caso di Brewton, Dawkins e Juiston.

Affiancati da gente esperta del basket italiano, vedi Bendzius e Spencer, più il confermato Hickey. Anche Calzavara è un’idea suggestiva: giocatore giovane, affamato, con taglia fisica di serie A e accessibile per costi. A differenza di tanti italiani che giocano nella massima serie. Poi c’è il pacchetto di italiani confermati dalla promozione: tenere lo “zoccolo duro” che si conosce a memoria e aiuta i nuovi ad inserirsi è un’altra idea praticabile senza svenarsi. Ora tocca a Vertemati, che dovrà metterci le idee di gioco. In A2 ha funzionato, ora però il livello si alza. 

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto