Plusvalenze, Udinese deferita e infuriataper l'accusa di compravendite fittizie

Soldati sorpreso e amareggiato: «Era già tutto archiviato»
In mattinata il deferimento alla Disciplinare della Federcalcio. Nel pomeriggio il summit dei vertici del club nella sede di piazzale Argentina, nel ventre dello stadio Friuli, per decidere sulla linea da tenere. L’Udinese è nel mirino del Procuratore federale per l’inchiesta sulle plusvalenze fittizie, inchiesta che ha preso il via a Genova dall’analisi dei bilanci tra il 2002 e il 2004 di Sampdoria e Genoa. Dove emergerebbero delle “triangolazioni” sospette con Reggina e anche Udinese, con operazioni che salverebbero i documenti contabili del Genoa.


«Sono sorpreso e amareggiato perchè quello che ci viene contesto era già stato archiviato, dopo un’ampia discussione con la Covisoc, già tre anni fa », ha dichiarato il presidente bianconero Soldati facendo trasparire lo stupore della società per il trattamento ricevuto.


Dopo la battaglia per la licenza Uefa, ecco dunque il deferimento per le plusvalenze. Nel primo caso tutto si risolse in una bolla di sapone: “puff” l’Udinese giocherà regolarmente la coppa che si è meritata sul campo. Adesso il club bianconero sarà sottoposto al giudizio della Disciplinare (previsto per mercoledì 18 giugno), un procedimento che andrà in scena nell’ambito dell’inchiesta sulle plusvalenze fittizie. E potrebbe risolversi con un altro “puff”, una bolla di sapone che fa in mille pezzi. Perchè l’argomento è già stato scandagliato a fondo dalla Figc senza che si andasse oltre una bella multa.


Perchè? Perchè è difficile dare un valore di mercato “oggettivo” a un giocatore. Quanto valgono Toni, o Pirlo, oppure Di Natale, tanto per parlare degli azzurri di oggi? Dieci, venti, trenta milioni? E domani? Uno, due, tre? Figuriamoci se si può questionare sul valore di Micolucci, Boisfer o Behrami (il più famoso delle combriccola).


Ma non è questo quello che ha infuriare l’Udinese che ha visto il proprio presidente Soldati deferito dal procuratore Stefano Palazzi per la violazione dei principi di lealtà, probità e correttezza per aver contabilizzato nei bilanci chiusi al 30 giugno 2003 ed al 30 giugno 2004, nonchè nella situazione infrannuale al 31 marzo 2004 “plusvalenze fittizie” e per non aver svalutato nel bilancio al 30 giugno 2004 e nella situazione infrannuale al 31 marzo 2005 le “poste attive” contabilizzate al momento dell’acquisizione dei diritti alle prestazioni dei calciatori.


L’Udinese, che ieri non ha voluto rilasciare dichiarazioni ufficiali con il dg Leonardi e il consigliere di Lega Gino Pozzo, si sente colpita nell’immagine, visto che nessuno può negare che è una delle prerogative del club friulano produrre plusvalenze e non certo fittizie. «L’Udinese è sempre stata apprezzata per la trasparenza dei propri bilanci ed è stata presa ad esempio come modello virtuoso di gestione nel mondo calcistico», ha spiegato dunque Soldati affidando le proprie parole a una nota ufficiale. «Pertanto siamo assolutamente sereni rispetto al più positivo chiarimento della nostra posizione». La risposta mercoledì prossimo.

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