Pierini: «L’Udinese in linea coi suoi programmi alla Fiorentina è mancato un progetto tecnico»

l’intervista
Alessandro Pierini è un toscano di Viareggio che ha avuto nell’Udinese la sua “mamma calcistica” e nella Fiorentina la sua fidanzata per tre anni. «Quello bianconero – dice – rimane l’amore calcistico più grande». Già perchè la mamma è sempre la mamma.
Pierini, la sua Udinese non è solo quella del tridente Poggi-Amoroso-Bierhoff o di quello di difesa composto da lei, Bertotto e Calori.
«No, è anche il settore giovanile, gli allenamenti con Fedele all’ex manicomio. Arrivai per sostituire Zanutta che era stato appena ceduto alla Sampdoria campione d’Italia».
Poi lei ha fatto una carriera superiore a quella di Zanutta.
«Lui è stato molto condizionato dagli infortuni, ma lasciamo perdere i confronti. Parlando dell’Udinese di allora credo che chi ci ha giocato ha vissuto il cambiamento di una società che è passata dal sali e scendi tra A e B ad essere la sorpresa e la novità del calcio italiano anche considerando il tipo di gioco che esprimeva».
I suoi due ricordi in campo con la maglia bianconera e quella viola?
«La vittoria al Franchi con il mio gol del 3-2 nell’anno della prima qualificazione europea e la prima volta al Friuli da avversario con vittoria della Fiorentina. Il divorzio non era stato molto sereno, si disse che non mi sarei presentato in ritiro se non fossi stato ceduto: le cose non stavano esattamente così. Ma ora è acqua passata».
Il suo ricordo più forte in bianconero?
«Facile: la gara con l’Ajax».
E quello in viola?
«La vittoria a Wembley per 1-0 sull’Arsenal. Facemmo una grande gara difensiva. Ma non trascurerei la vittoria della Coppa Italia nella seconda stagione».
Udinese 25 punti, Fiorentina idem. Ma i giudizi sulle due squadre sono diversi.
«A Firenze i tifosi non sono contenti. I Della Valle erano finiti nell’occhio del ciclone, ora c’è una proprietà che ha voglia di investire come dimostra il nuovo centro sportivo, ma serve tempo».
Cosa è mancato alla Fiorentina per stare almeno ai margini della zona Europa?
«La programmazione. Dal punto di vista tecnico sono stati commessi tanti errori a cominciare dalla conferma di Iachini nel quale non tutti credevano al 100%».
E l’Udinese?
«Credo sia in linea con i programmi considerando il valore della squadra. E non dimentichiamoci gli infortuni di Nuytinck, Okaka e Pussetto che hanno pesato parecchio. L’Udinese ha sempre concretizzato poco rispetto a quello che ha creato. Con tre gol al momento giusto avrebbe una classifica ancora migliore. Di questi aspetti bisogna terene conto».
Deulofeu può essere il giocatore che fa la differenza? Le ricorda un po’ Ribery?
«Parliamo di due giocatori di caratura diversa. Io credo che nell’Udinese sia molto più importante Pussetto di Ribery».
E Llorente?
«Per età e caratteristiche lo vedo più utile da impiegare a gara in corso. Davanti punterei più su Okaka».
Sta meglio la Fiorentina con Vlahovic.
«Su di lui mi devo ricredere. L’avevo visto nella Primavera e mi sembrava un po’ presuntuoso. Sta facendo bene in una squadra che non viaggia a mille».
Come vede la lotta salvezza?
«Spezia e Benevento hanno sorpreso tutti e adesso per Parma e Cagliari sarà un problema risalire anche perché il distacco non è poco. Difficile che cambi qualcosa».
Che allenatore è Alessandro Pierini?
«Bravo a sentire gli addetti ai lavori. Ma non è facile fare strada in questo campo».
E suo figlio Nicholas che calciatore è?
«Dal collo in giù è da serie A: è completo, ha velocità, potenza, destro, sinistro. Come gli dico sempre deve dare una sterzata a livello mentale alla sua carriera diventando più cattivo». —
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