Old Wild West, tris vincente e si vedono anche sprazzi di bel gioco

Terza vittoria di fila per Udine che quando inizia a difendere si sbarazza di Roseto. Cromer e Antonutti guidano la truppa. Sabato 28 a Verona un test più probante

UDINE. Natale sereno in casa Old Wild West. Terza vittoria di fila (84-61), battuta anche Roseto al Carnera con una prova solida e che dimostra la crescita della squadra di Pedone.

Certo, la truppa di Ramagli può e deve migliorare molto, specialmente in difesa dove spesso è spettatrice più che protagonista, ma ieri pomeriggio al Carnera si sono visti anche sprazzi di bel gioco. Spesso e volentieri arrivati quando la squadra ha giocato in velocità.

Il quintetto è inedito, ma è la base del nuovo corso bianconero: Fabi ala piccola, Gazzotti a far legna e liberare spazi per Beverly e ad Amato le chiavi della squadra con Cromer accanto. Tra un intoppo e l’altro è la prima volta che Ramagli, che in settimana aveva lamentato i continui infortuni e deve fare a meno di Nobile, può disporre dall’inizio di tutta l’artiglieria pesante.

Udine sembra così più bilanciata ed equilibrata, ma, pur sempre col naso avanti, i padroni di casa fanno fatica. Perché? Palle perse, difesa inesistente e falli a raffica. All’inizio del secondo quarto l’Apu ne fa 5 in un minutino. Follia. Roseto resta incollata. Gli abruzzesi non sono fenomeni, ma hanno intensità e atletismo da vendere e ruotano attorno all’esperto Bobby Jones, che però si auto-limita subito con due falli.

L’Old Wild West, però, quando corre e, soprattutto, anche difende, sa far male. L’assist delizioso no-look di Amato ad Antonutti è uno spartiacque del match. Scalda il solito tiepido Carnera e avvia un “parzialino” bianconero fatto di triple, belle azioni corali e finalmente un po’ di difesa: 44-33 a metà partita.

“Nanne” difensive a parte conforta, e molto, la capacità degli uomini di Ramagli di far girate la palla. Cosa che sa di gruppo e ha il dolce sapore del basket vincente.

La sirena (che bellezza) che segnala una tripla bianconera ricomincia a suonare subito: canestro da tre punti di Gazzotti, uno che piedi a terra la mette, schiaccione di Beverly, che della presenza dell’ex Cremona si giova assai, e altro parzialino che vale il +16: 49-33.

La tripla di Amato, dopo il time-out abruzzese, in pratica chiude la contesa, a 17’ dalla fine con un parziale di 14-2 spaccagambe. Perché Jones commette il terzo fallo e Udine attacca con intelligenza. E soprattutto, come era accaduto altre volte (Caserta?) non esce mentalmente dal match quando pensa sia fatta.

Ecco, è chiaro che la partita di sabato a Verona sarà altra roba, ma nella voce fondamentale “chimica di squadra” Udine ha fatto passi da gigante. La palla gira, la sirena del bombardamento suona spesso e volentieri, Cromer incamera punti (alla fine sono 16), Antonutti dà spettacolo, Fabi dimostra solidità e, soprattutto, la difesa alza i colpi. Ecco, sarebbe il caso che lo fosse non a tratti, ma in modo più continuo.

Ma se così fosse i ragazzi del West in classifica non dovrebbero rincorrere. Ora sotto con Verona, lì davvero sabato bisognerà esser desti da una parte e dall’altra del campo per 40 minuti. “Buon Natale a tutto il Carera” e “Alè Udin” cantavano alla fine quelli del Settore D.

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