Old Wild West ko contro l’ultima in classifica: è una sconfitta che brucia
Senza stranieri Udine è brutta, ma sorpassa a 1” dalla fine. Poi regala un canestro folle: è lo specchio della stagione

L’Old Wild West perde a Chieti con un tap-in di Ancelotti a 95 centesimi dalla fine contro l’ultima in classifica. Perde dopo aver meritato di perdere per 38 minuti, ma dopo aver meritato la vittoria con quasi due minuti finali da squadra, almeno di carattere.
Perde 70-69 per un canestro del “vecchio” pivot Ancelotti, dimenticato solo soletto sotto canestro: l’emblema della stagione Apu. Perde, dopo che Gentile a un secondo dalla fine aveva segnato il canestro della vittoria. Perde e perde (ci sta) pure la testa dopo il fischio finale, quando si va a un nonnulla dalla rissa epocale.
Senza Sherrill e Briscoe, il cui rientro è stato stoppato dall’influenza, l’Apu parte bene fino al 15-5. Pellegrino illude, sarà poi asfaltato da Ancelotti, un onesto vecchio lungo dell’ultima della classe.
Mentre N’Zola, in una strana domenica con Udinese a Apu in campo alla stessa ora, fa subito imbestialire i tifosi bianconeri, l’Old Wild Italy fa altrettanto. Chieti è poca cosa, ma approfitta dei difetti congeniti di Udine: palle perse (due in un amen di Palumbo) e difesa intermittente.
Gli abruzzesi, a fiorte riuschio retrocessione in serie B, si rifanno sotto a fine primo quarto (15-20). Inerzia ribaltata. Gentile non segna, Beto anche, anzi sì. Come Nobile da tre in questa incasinata domenica di calcio e basket in salsa bianconera.
Nel secondo quarto i ragazzi del West cercano ordine e gioco, trovano, però, tanta confusione, falli a raffica, nervosismo da parte di Gentile, che si incaponisce diventando monocorde nel suo must, il tiro dalla media buttandosi all’indietro.
E se non segni per minuti e minuti, finisci sotto di nove punti anche con l’ultima della classe senza accorgertene in un minuto grazie a un paio di triple degli americani abruzzesi Johnson e Roderck (32-23). Parziale di 23-3.
Basta una zonetta scolastica dell’ultima in classifica per mandare in confusione la truppa di Finetti. Inutile rimpiangere gli americani, uno non gioca da un mese, l’altro (Sherrill) è prossimo al taglio per un lungo.
All’intervallo almeno l’Apu ferma l’emorragia (34-29), magra consolazione in un secondo quarto raccapricciante. Il trend non cambia. I due amiconi Gaspardo e Gentile si mandano a quel paese e ci mancava pure questo, il tassametro delle palle perse va verso il ventello, il nervosismo è papabile.
Ma, mettiamola così, forse è lo specchio di una squadra viva. Tripla di Antonutti (dimenticato in panchina): 50-49 a fine terzo quarto, proprio quando Pereyra fa il golazo del sorpasso bianconero a Udine. Il sorpasso agli altri bianconeri a 700 km di distanza, invece, non riesce per 8 minuti.
Poi, quando tutto sembra perduto, Nobile, due triple da casa sua di Monaldi e un canestrone di Gentile regalano il sorpasso per un punto a meno di un secondo dalla fine. Rimessa, alley-oop, canestro di Ancelotti. Solo soletto.
Rabbia, quasi rissa. Purfe N’zola a Udine pareggia. Disastro. Udine è una squadra imperfetta. L’unico schema è: palla a Gentile e speriamo che segni. Inaccettabile.
Il ritorno di Briscoe, il lungo in arrivo e speriamo Casarin (durissima) non avranno la bacchetta magica perché il Dna di una squadra è duro cambiarlo a marzo.
E in più alle viste c’è domenica al Carnera il derby con Cividale. Che l’Apu, impensabile in estate, ma gioco, assenze e risultati alla mano, giocherà da sfavorita. Forse anche senza Gentile ad alto rischio squalifica per le intemperanze a fine gara. —
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