«Okaka è come un leone in gabbia: ha scelto l’Udinese per spaccare tutto»

«Stefano è un leone in gabbia e ha scelto l’Udinese per brillare, per spaccare tutto, agonisticamente parlando. È carico e conquisterà i tifosi». D’accordo che gli affari di famiglia vengono visti sempre con occhio di riguardo, ma stando alle dichiarazioni di Carlo Okaka, il fratello-procuratore di Stefano, novello bianconero da ieri, il centravanti dell’Udinese sembra proprio destinato a lasciare il segno dopo le ultime stagioni di “magra” in Inghilterra col Watford.
Okaka, come e perché avete scelto l’Udinese?
«La chiamata di Pradè è stata importante. Ci siamo trovati, ascoltati e da quei colloqui Stefano ha capito che Udine era la piazza giusta per tornare a dimostrare il suo valore, per far divertire la gente. C’è stato rispetto, intesa e voglia di fare tra le parti».
Di Okaka all’Udinese si era parlato anche in estate e in passato, solo che suo fratello sembrava contrario a rientrare in Italia. Perché?
«Una volta approdato in Premier Stefano aveva voglia di dimostrare che era un giocatore da Premier. Poi le cose non sono andate come si sperava, così ci siamo messi a tavolino e abbiamo parlato di quello che serviva, che non erano certo gli spezzoni di partita al Watford, ma di quella continuità di rendimento che può servire a un attaccante come lui».
Infatti al Watford ha giocato pochissimo questa stagione, solo 22 minuti. Come mai?
«Pochi sanno che Stefano lo scorso aprile ha avuto un problemino muscolare, una piccola lesione dopo la partita col Crystal Palace. Ha lavorato tutta l’estate, poi i medici ci sono andati coi guanti prima di rimetterlo in campo e lui è ritornato a disposizione dalla quinta di campionato, quando la squadra stava girando bene. A quel punto Stefano non era la prima scelta di Gracia, solo che io devo curare gli interessi di mio fratello e non andava bene così. Io volevo vederlo protagonista e non in panchina e non avevamo bisogno di spezzoni di partita, ma di partite perché Stefano ha bisogno di spaccare tutto, agonisticamente parlando».
È in forma e pronto per giocare?
«Si è allenato bene per tutta l’estate e fino a due giorni fa. È al cento per cento, anche se questa percentuale cala al settanta visto che non ha il ritmo partita. Tempo una ventina di giorni e sarà al top».
Lo vedrebbe bene in coppia con Lasagna?
«Assolutamente sì. Stefano è un attaccante di una rarità unica perché è un giocatore che unisce strapotere fisico alla giocata e alla tecnica, che secondo me sono caratteristiche che oggi non ci sono. Sa aprire gli spazi, sa difendere, fa la giocata, fa reparto da solo e quando sta al cento per cento lui è il classico numero nove di colore che tiene su di sé due o tre avversari».
Eppure finora la carriera di Okaka non è stata pari alle premesse. C’è un rammarico in particolare?
«Sinceramente no. Siamo molto fatalisti, niente succede per niente e il passato è solo un mezzo per puntare al futuro. L’unica cosa che conta adesso è che dimostri in campo il suo valore, mettendosi a disposizione di Nicola». —
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