Obbligo di riscatto per i giocatori presi in prestito

UDINE. Il Consiglio federale della Figc, martedì, non ha soltanto decretato la fine delle comproprietà, ma ha anche dato il via libera all’inserimento dell’obbligo di riscatto nella clausole...

UDINE. Il Consiglio federale della Figc, martedì, non ha soltanto decretato la fine delle comproprietà, ma ha anche dato il via libera all’inserimento dell’obbligo di riscatto nella clausole relative alla cessione in prestito dei calciatori. La modifica del comma 3 bis dell’articolo 103 della normativa federale vigente, infatti, spiega come da questa stagione «negli accordi di cessione temporanea di contratto si può convenire l’obbligo di trasformare la cessione temporanea in definitiva al verificarsi di condizioni sportive specificatamente definite».

Fuori dal linguaggio burocratico, dunque, significa che nei contratti siglati dalle società si possono inserire delle clausole di riscatto obbligatorio legate, ad esempio, al numero delle presenze in campionato del giocatore o al raggiungimento di particolari traguardi di squadra come la salvezza o l’Europa. E se la modifica non rappresenta un’imposizione “tout court” visto che la Figc parla espressamente di “condizioni sportive” da raggiungere, l’escamotage si può trovare facilmente inserendo, ad esempio, soltanto una manciata di partite disputate come vincolo per il riscatto. “Mascherando” di fatto la cessione in due annate e consentendo così ai club di spalmare il costo del cartellino su due diversi bilanci d’esercizio. È un ragionamento contorto dite? Sarà, ma come diceva Giulio Andreotti «pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca». (m.p.)

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