L’oro di Fauner compie 30 anni: «Una giornata indimenticabile»

Il sappadino in Canada conquistò il primo posto nella 50 km mondiale dello sci di fondo, davanti a Smirnov

Francesco Mazzolini
Silvio Fauner stremato all’arrivo sul percorso di Thunder Bay, in Canada
Silvio Fauner stremato all’arrivo sul percorso di Thunder Bay, in Canada

Passa il tempo ma rimane la gloria. É questo il leitmotiv dell’amarcord di Silvio Fauner, il campionissimo sappadino che nel 1995 trionfò nella 50 km dei Campionati Mondiali di Sci Nordico a Thunder Bay, in Canada. In quella gara, conquistò la medaglia d’oro, precedendo il famigerato kazako Vladimir Smirnov e la leggenda norvegese Sture Sivertsen.

Il suo successo, rappresentò allora e ancora, un momento sublime per la storia dello sci di fondo italiano, consolidando la posizione di Silvio, tra i grandi dello sport. La vittoria di Thunder Bay, è una solida pietra miliare dello sport italiano e l’eredità del mostro sacro di Plodn, continua a ispirare nuove generazioni di fondisti a osare, a non fermarsi.

Per la serie, la classe non è acqua, l’inossidabile classe 1968, annovera tra i suoi successi anche la celebre vittoria nella staffetta 4x10 km alle Olimpiadi di Lillehammer del 1994, dove con Maurilio De Zolt, Marco Albarello e Giorgio Vanzetta, sconfisse la Norvegia padrone di casa, altri 2 argenti e 2 bronzi olimpici, più altre 6 medaglie iridate (2 argenti e 4 bronzi). Certo che, il brivido dell’oro iridato in un individuale come la 50 km, non passa però.

«Un giorno indimenticabile, una battaglia estenuante tra escursioni termiche e fogliame sul percorso – il cameo dell’ex carabiniere che ancora in maniera vivida rimembra il suo apice di gloria –. Ricordo con nostalgia ed emozione l’oro nella 50 km. Ho sempre pensato questa gara come la “Regina” delle sfide nel fondo e perciò con ancora più orgoglio rievoco quella vittoria. Auguro davvero a ogni atleta di poter vincere gare di questo calibro, in quanto coronamento di ogni sacrificio sostenuto nel proprio percorso».

Quel giorno di 30 anni fa, mentre Silvio arrivava al traguardo esausto, a corrergli affianco per dargli coraggio c’era il fratello Aldo (ex fondista azzurro e dal 1994 tecnico di fiducia di Silvio). «Dandomi il rifornimento quando mancavano 5 km al traguardo – ancora l’eroe di Thunder Bay che ricostruisce quella giornata in Canada –, ho sentito mio fratello urlare “dai che ce l’hai fatta, dai che ci sei, non fartela scappare che è tua”. Aveva le lacrime agli occhi. A lui, a papà Luigi che è morto solo due anni dopo e mamma Cecilia, ho dedicato e dedico ancora quella medaglia».

Chiedere al sappadino come si senta dopo i 30 anni che son passati da allora, libera il leone che ancora vive dentro di lui, che ora, oltre che nello sport, si esprime in mille vari interessi ed attività: «Tra le più grandi emozioni della vita metto certo quell’oro – sorride con un pizzico di nostalgia Fauner –, ma poi sono arrivati i miei figli che hanno sopravanzato quella vittoria. Mi sono goduto a lungo quel successo, ma poi ho avuto modo di capire che la cosa importante non era adagiarsi sugli allori, ma continuare ad avere obiettivi grandi e piccoli nella vita e non mollare mai. Questa la mia filosofia, questo ciò che insegno alle generazioni che crescono: fieri del passato, guardare con coraggio e determinazione al futuro».

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