L’Old Wild West regge solo un quarto contro Trapani

26-13 è il devastante parziale dei siciliani nel secondo quarto: poi è notte fonda

Antonio Simeoli

Regge un quarto l’Old Wild West a Trapani, regge un quarto contro la capolista virtuale del campionato, gli Shark, che vanno oltre i guai societari e le inchieste della Procura federale e continuano a vincere. Sono una corazzata anche senza tre giocatori.

Hanno appena vinto in Coppa a Tenerife, vedono stipendi qua e là, figurarsi se potevano perdere contro un’Apu quadrata, volenterosa, di anima. Ma che senza due americani (Dawkins e Brewton non lo sono mai stati davvero) non può fare molto.

Il 26-13 del secondo quarto dice tutto di questa partita.

Calzavara, Alibegovic, Christon, Bendzius e Spencer è il quintetto scelto da Vertemati. Dall’altra parte coach Alex Latini, l’ex vice di Repensa che se n’è andato, promosso allenatore deve stare in tribuna: non ha il patentino. Allena e gioca Petruccelli.

È una delle stranezze di questa partita. C’è anche a palazzo il presidente di Trapani Valerio Antonini, contestato dai tifosi, quello che da tre anni sta destabilizzando la pallacanestro italiana creando alla Fip e Legabasket un danno d’immagine clamoroso. Parlano i fatti.

Solo immaginare che possano stare allo stesso tavolo in Lega, ad esempio, il presidente Maurizio Gherardini, uno che ha vinto Nba e in Eurolega, un rappresentante del colosso Armani, icona di stile e serietà, e il numero uno di Trapani rabbrividisce.

Coach fuggito, capitan Amar Alibegovic pure, colletta dei giocatori per le pulizie a palazzo, stipendi in ritardo. In campo, invece, c’è una squadra fortissima, ridotta a 8 giocatori: senza il - 5 di penalità sarebbe prima in classifica.

In questo contesto l’inizio Apu è incoraggiante. Mirza, il capitano, suona la carica. Spencer da sotto lo segue, ci sono Hurt ed Eboa sotto le lance il compito è durissimo. Vertemati usa Brewton solo a 4’ dalla fine del quarto, Dawkins entrerà un battibaleno nel secondo quarto, insomma il problema è sempre quello: ai friulani mancano due Usa.

Christon è francobollato da Notae, è chiaro che dopo l’esordio sarà guardato a vista. Fa subito due falli: brutta grana. Con Ford, uno dei migliori del campionato, l’ex Cappelletti e il lunghi Trapani ricuce: fine primo quarto 20-20. E il palazzo si esalta.

Peccato originale: Udine non ha approfittato dell’inizio “morbido” dei siciliani.

Ma contro Trapani, anche se in 8, non c’è partita.

Presidente Pedone, la sua squadra non può pensare di reggere molto con due americani che giocano briciole di parta. Qualcosa va fatto. Dopo la grana Hickey serve subito almeno un altro sforzo. Ci provano i suoi, perché hanno identità, anche gioco, voglia, Calzavara sta crescendo a dismisura (anche al tiro da fuori), ma la coperta è cortissima.

Alibegovic cambio di lusso in A, deve fare il titolare dell’ala, Ikangi pure, Da Ros anche. Tutti encomiabili, ma quando gli Shark alzano i giri del motore è la fine. I 15 tifosi arrivati da Udine provano a farsi sentire.

Ma Trapani, sul campo, è di un altro livello. Quando Notae – quanto servirebbe uno così a Udine ma sapete quanto costa? –, si accende e gli altri gli vanno dietro e festa Shark: 37-27 a metà quarto con Cappelletti che dedica la tripla al coach in tribuna che allena con l’auricolare. Se fosse davvero serio il basket italiano queste cose non accadrebbero. Invece, quando la bolla siciliana scoppierà, resteranno solo macerie e tifosi delusi. Per l’ennesima volta.

Intervallo: 46-33, dopo un quarto choc per l’Apu da 26-13 con i due fantasmi a stelle e strisce giubilati dal coach. Incitano i coraggiosi 15 friulani, Calzavara, Bendzius e Spencer, anche Christon ci provano, ma è la difesa che non regge contro il talento dei siciliani.

“Coach” Petruccelli e Cappelletti, che ha Udine nel cuore, fanno quello che vogliono. Non li pagano, eppure giocano alla grande. Per dare l’idea, l’ex Chicago Bulls Arcidiacono gioca pochino. Fine terzo quarto: 70-53. Finita?

Macché, l’Apu ha comunque telaio e anima: con le triple di Bendzius e Mirza e un altro cameo di Dawkins, subito cambiato (o ci si crede o no vero?), Udine torna fino a meno 10 due volte. Ma le 10 palle perse e il 30% da tre sono un macigno. Fine partita: 91-73.

Il pubblico è in estasi. “Vinceremo il tricolor”, canta. Che brutto prenderli in giro così. Non se lo meritano. Ma pensiamo all’Apu: dategli almeno un americano e se la giocherà.

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