Lisa Vittozzi tornata, trionfo nell’inseguimento a Hochfilzen: «Ho fatto la gara perfetta»
In Austria la carabiniera sappadina ha ritrovato la vittoria nella Coppa del Mondo di biathlon. L’elogio dell’allenatore Romanin: «Una gestione della gara intelligente»

«Ho fatto la gara perfetta». Ripercorrere le immagini del trionfo di Lisa Vittozzi nell’inseguimento di Hochfilzen non può che confermare l’autocritica dell’atleta sappadina al suo storico ritorno in vetta: un’ascesa verticale, da capogiro. Dal 14° al 1º posto in una pursuit, dove i poligoni sono 4 e i km di fondo 10, riuscire a fare quello che ha fatto la 30enne sappadina ha dello straordinario. Ma la reazione di Lisa che ritrova il podio dopo 600 giorni di assenza dallo scenario del massimo circuito del biathlon, non è un miracolo, non è un caso ma un ponderato atto della fantastica vicenda di sport e passione di cui è protagonista.
In molti l’hanno prontamente definita Araba Fenice, per la straordinaria capacità rigenerativa di un’atleta che ogni volta che scende nei meandri dell’averno, palesa la capacità di eiettarsi ipso facto nell’asimmetria del paradiso e rivedere le ambite stelle. Lisa è questa: una donna formidabile, mentalmente potente e fisicamente dotata, in grado di vivere su vorticose montagne russe di cui lei stessa è architetto criptico e geniale. Nel biathlon, così come nella vita, convergono le variabili più disparate a determinare il successo: fortuna, condizione meteo e del manto nevoso, vento e materiali ma, nessuna di loro è importante quanto la mente che le computa e governa. Lisa ne sa qualcosa. «Sono partita cercando di divertirmi, senza preoccupazioni riuscendo ad esprimere il mio beat al 100%».
Allora bisogna ricordare a Lisa che tutte le volte in cui si diverte, anche il pubblico lo fa, senza freni emotivi alcuni. Domenica, l’inchino della sappadina al traguardo, è andato anche a chi da tempo aspettava il suo ritorno. Il suo sorriso è volato come un proiettile per il ventunesimo bersaglio perfetto, centrando il cuore dei sappadini che dal più giovane al più anziano hanno esultato per questa ribalta tanto attesa.
Per strada di cuori ne ha trovati tanti, di friulani e veneti ad accogliere il rientro in scena della Regina, così come tra i tifosi del biathlon mondiale, avidi d’adrenalina e spettacolo. «Lisa ha fatto un po’ di fatica, a rientrare nel suo biathlon soprattutto al tiro, da sempre suo punto di forza. Nella staffetta di sabato si era già visto che qualcosa era scattato condue serie pulite e veloci, e domenica ha messo in luce un biathlon impressionante: quattro poligoni in 1’25” senza penalità sono un qualcosa d’impressionante. Inoltre la gestione della gara in generale è stata davvero intelligente. Non ha esagerato mai per rientrare sulle avversarie in pista tenendo le energie per il finale. Davvero uno spettacolo».
Così ha commentato la gara il tecnico di Forni Avoltri, Mirco Romanin, quest’anno allenatore della nazionale azzurra di biathlon, consapevole del valore del podio austriaco firmato da Vittozzi. La vittoria nella pursuit, è di fatto una svolta felice ai dubbi stagionali sul futuro della cecchina di Sappada, che ha iniziato a Ostersund con due podi di staffetta, impiegando cinque gare individuali per aver il proprio. Quel ruggito ha fatto rumore, riaprendo anche le ambizioni sull’Olimpiade di Milano-Cortina, che tra due mesi metterà in mostra i signori dell’inverno.
Per la carabiniera 30enne, si riapre il capitolo successivo della propria storia e sarà un piacere capire dove potrà spingersi. Giovedì, nella Sprint femminile, la Fenice sappadina potrebbe già volersi scrollare di dosso altra cenere nella Sprint francese di Annecy-Le Grand Bornand, terza tappa della coppa del Mondo di biathlon.
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