L’enigma dell’Udinese: Davis, destino da attaccante part time
L’inglese, dopo la maglia da titolare contro l’Inter, è tornato a giocare solo da sostituto. Mister Runjaic non si fida della tenuta: accanto a Lucca a San Siro ha preferito Bravo

Keinan Davis continua ad essere un enigma. Non tanto per il potenziale che il centravanti inglese esprime sui campi della Serie A, quanto piuttosto per l’impiego con il contagocce che anche in questa stagione, la seconda dal suo trasferimento a titolo definitivo dall’Aston Villa, contraddistingue il suo cammino.
Diciamoci la verità: pochi avrebbero immaginato di vederlo sul rettangolo verde di San Siro per soli 30 minuti, quelli finali, quando per un soffio – i pochi centimetri del fuorigioco considerato attivo di Ekkelenkamp – non ha confezionato la sponda dell’1-1, annullato a Kabasele dall’arbitro Chiffi.
La domanda è semplice: possibile che si debba considerare Davis un giocatore part time? Un punto di domanda giustificato soprattutto dalle alternative a disposizione di Kosta Runjaic, alle prese con due assenze pesanti in termini di fantasia ed esperienza come quelle di Alexis Sanchez (out da agosto per un problema muscolare a un polpaccio che continua a tenerlo fuori dalla mischia dopo due mesi) e Florian Thauvin che ha dovuto saltare la partita con il Lecce e anche quella di ripresa dopo la sosta, contro il Milan. Tutta colpa di una forte contusione tra anca e costato rimediata con l’Inter.
Un guaio che potrebbe incidere ancora nelle prossime giornate e che consiglia una soluzione alternativa a mister Kosta. Che, a dire il vero, aveva già effettuato la propria scelta, salvo poi restare deluso dalla risposta di Brenner, l’uomo in meno in casa bianconera in questo avvio di stagione.
E Davis? L’inglese viene trattato come un “cristallo di Boemia”, laddove molti pensavano che l’arma del doppio centravanti (in coppia con Lorenzo Lucca), sarebbe stata importante per l’Udinese in determinate gare. Quando bisogna duellare con avversarie fisiche o particolarmente “chiuse”. O contro le big. Tanto che proprio nella sfida con l’Inter Davis ha fatto il proprio esordio da titolare, restando in campo per 59 minuti. Un record. Finora l’attaccante di Stevenage non ha mai giocato a tempo pieno in Italia.
Quest’anno ha raccolto il 33% dei minuti a disposizione, complessivamente 238. determinante il suo apporto in particolare a Parma, quando ha fornito la sponda che ha portato al gol della vittoria, giocando 24 nella ripresa, ma anche contro il Lecce, entrando nell’intervallo al posto di Brenner, ha fatto capire di poter essere prezioso con i suoi colpi di testa, giocando per quasi mezzora con Lucca. A quel punto Runjaic ha inserito Iker Bravo, una mossa che forse gli ha consigliato il “replay” nella formazione iniziale a San Siro, con Lucca centravanti e il giovane spagnolo al suo fianco.
Ma Davis davvero non può reggere il peso di una partita intera al punto di essere un cambio dettato se utilizzato dal primo minuto? Il dubbio è quanto mai un sospetto, considerando che nella scorsa stagione l’inglese è stato fuori per ben 22 giornate, condizionato da settembre a gennaio da un infortunio a un polpaccio che gli ha fatto perdere ben 16 partite. Soltanto negli ultimi 5 turni è tornato a essere davvero utile alla causa, in un crescendo che l’ha portato al gol salvezza realizzato a Frosinone. In coppia con Lucca. Ma sempre part time. Il suo destino.
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