L’Apu è solida: battuta anche Nardò 83-76, c’è l’aggancio in vetta
L’Old Wild West si riprende la testa della classifica grazie alla sconfitta di Rimini a Forlì. Staccata Cantù

Antonio Simeoli
L’Old Wild West passa anche a Lecce contro Nardò 83-76 e al gran ballo della serie A2 riprende in testa Rimini, che ha perso a Forlì, e ri-stacca Cantù grazie all’ormai classico cadeau dell’ex Monaldi con la sua Rieti. Partita non indimenticabile per Udine, ma molto solida e altri due punti in saccoccia per gli uomini di Vertemati.
Vero, i pugliesi avevano preso un’imbarcata a Torino, giocano senza l’americano dal trentello facile Woodson, ma è viva perché ha appena battuto Avellino e ha sete di punti. Insomma, un avversario da prendere con le molle dopo l’abbuffata di derby vincenti per l’Apu, che a Livorno, a inizio dicembre, su un campo scivoloso così, non fece una gran figura.
Servono intensità, testa, fame, non è una partita da pancia piena. I pugliesi piazzano l’ex Cividale Mouaha su Hickey e hanno un Iannuzzi sotto canestro da sempre bestia nera dei friulani che fa bella coppia con l’Usa Stewart. E il veterano Marco Giuri.
Sul quale va aperta una parentesi. Il play pugliese ha fatto la storia recente dell’Apu, con due finali giocate e una Coppa Italia vinta, insomma è uno di quelli da applaudire a prescindere.
Sotto canestro Nardò dà qualche grattacapo di troppo per i gusti di coach Vertemati, l’Apu, come accade nell’ultimo periodo, si sostiene con la difesa e quando accenna a correre i padroni di casa comincino a intuire ciò che li aspetterà. Una triplona di Pullazi, dopo che la palla gira che è un piacere, fa sorridere i due eroici, tifosi arrivati da Udine, che vedono però Caroti mangiarsi un canestro che nemmeno al minibasket si sbaglia. Fine primo quarto: 17-18.
Ospiti non perfetti, ma con la testa giusta anche se manca sempre Stefanelli (oltre a Pini) a cui, se si vuole star tranquilli, bisognerà presto trovare un sostituto in questo campionato dai ritmi folli.
“Motor 8” Anthony, alias Hickey, l’eroe del derby, dà due accelerate e in un amen è 29-19, ma la prima spallata fallisce perché Nardò torna sotto a metà quarto. Più per svagatezze altrui che per meriti propri. Motor 8 ci riprova, gli altri, in primis Alibegovic, lo seguono e la seconda ondata porta l’Apu avanti all’intervallo 44-36 con un Bruttini buon regista difensivo e stopper su Iannuzzi. Gioca a sprazzi Udine, ma contro un’avversaria senza un americano la sensazione è che basterà per sbrogliare la pratica.
La banda di Vertemati mette due-tre azioni di attacco di fila, mantiene la solita difesa e va a +13. Finita? Macché, parziale dei pugliesi, con l’esperienza di Giuri e la classe di Stewart a ripetizione, una anche col fallo e ricuce fino a -5.
A Vertemati non piace l’ “accendi-spegni” dei suoi e ha ragione. Perché se poi il motore non si accende finisci per portarteli appresso i rivali e magari pure perdere. A 10’ dalla fine c’è ancora una partita, eccome se c’è, è la serie A2 baby: 60-66. Insomma, l’Apu i due punti, vitali come tutti quelli da qui a metà aprile, perché quando sei in ballo devi ballare, se li deve ancora sudare.
Torna a +13 con lucidità e intensità l’Apu, si fa rimontare fino al 69-75 a 3’37” dalla fine per il solito “accendi e spegni”, ma porta a casa la barca con la tripla spaccagambe di “motor 8” (20 punti alla fine). A conti fatti, dall’inopinato scivolone di Livorno d’inizio dicembre, Udine ha sbagliato, si fa per dire, solo gli ultimi due minuti della sfida di Bologna. Non poca cosa.È ha ripreso la vetta. —
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