Italia-Germania tanti attori mancano le star

INVIATO A MONTPELLIER. Italia-Germania non è una partita di calcio. È letteratura, cinema, storia dell’arte, sacra scrittura, liturgia, trattato internazionale. Per Italia-Germania non potrà mai esserci una “Exit” dall’unione europea del pallone. Il prossimo capitolo alimenta dibattiti e polemiche e il rischio è di perdere di vista che si tratta di una partita di pallone. Con tante sfide nella sfida, perchè sarà una partita ad episodi senza una star hollywoodiana, ma con molti protagonisti.
Antonio Conte-Joachim Loew. I due strateghi, così diversi e simili forse solo nella cura maniacale dei capelli, con l’italiano che ha rigenerato la sua chioma e con il tedesco che a 56 anni non ha un capello grigio che sia uno. Calciatore di valore internazionale il primo con scudetti, Champions e presenze in Nazionale, una carriera in gruppo tra i tanti il secondo. Allenatore subito vincente Conte, una vita a timbrare il cartellino nelle leghe minori, poi in Turchia e Austria, Loew fino all’offerta dell’amico Klinsmann di fargli da vice in nazionale. Un grande motivatore Conte che tocca le corde dell’anima per scuotere i suoi giocatori, uno psicologo da studio il secondo, più accademico anche nell’approccio alla mente. Fine stratega l’italiano che gioca molto sull’avversario, lo viviseziona al video, immagazzina ed elabora dati e cambia anche lo stile di gioco a seconda di che deve affrontare. Più fedele al copione il tedesco «perchè noi siamo la Germania», e allora sviluppa la sua idea di gioco a prescindere da chi c’è dall’altra parte.
Gianluigi Buffon-Manuel Neuer. Entrambi hanno subìto una grande ingiustizia: non hanno vinto il Pallone d’Oro pur meritandoselo. Per Buffon è accaduto, anzi non è accaduto, dopo i Mondiali vinti in Germania nel 2006 quando gli fu preferito Paolo Cannavaro; per Neuer nel 2014 quando nonostante la sua firma in calce al Mondiale conquistato dalla Germania il riconoscimento andò a Cristiano Ronaldo. È la solitudine dei numeri primi. Sulla carta, perchè all’atto pratico si tratta di numeri 10, trequartisti della porta. Certo, sono figli di epoche diverse ma comunque predestinati: debutto in Serie A a 17 anni per l’italiano, a 20 per il tedesco. Hanno vinto tutto o quasi con la maglia della nazionale e dei rispettivi club. A 38 anni Buffon è ancora capace di parate miracolose, i riflessi sono quelli di un ragazzino e nelle uscite ha il tempo di un batterista di una rockband. Forse non ha piedi vellutati ma quando ha iniziato lui non servivano più di tanto. Riflessi importanti e agilità straordinaria nonostante il fisico imponente per il tedesco che è dotato di due piedi raffinati tanto che diventa una sorta di libero aggiunto sia nel Bayern che in nazionale e gli addetti ai lavori sostengono che in Bundesliga potrebbe giocare anche a centrocampo. In ogni caso si tratta di un duello al vertice, “tanta roba”, come dicono i giovani.
Andrea Barzagli-Mario Gomez.Un fiorentino doc che nella Fiorentina non è mai riuscito a giocare e che ha militato in Germania, e un tedesco figlio di uno spagnolo e una bavarese che nella Fiorentina invece ha provato a far sognare i tifosi. I destini incrociati li porteranno uno accanto all’altro sul “neutro” di Bordeaux. Un campione del mondo autentico che il titolo lo ha vinto guarda caso in Germania nel 2006 e uno invece che il Mondiale, quello del 2014, non lo ha potuto festeggiare a causa di un infortunio. Sarà un confronto leale, tra due gentiluomini del pallone, mai sopra le righe, mai eccessivi nella mimica e nelle parole, quasi giocatori d’altri tempi.
Graziano Pellè-Jerome Boateng. Centimetri, chili e spalle larghe a contatto ravvicinato. Già, da una parte l’italiano con i suoi 194 cm per 84 kg e dall’altra il tedesco con i suoi 192 cm per 90 kg. «Sono qui anche fare a sportellate», aveva detto Pellè dopo la sfida con la Spagna. Ma una cosa è farla con i più gracili iberici ed un’altra ripeterlo con il colosso figlio di un ghanese e di una germanica. Una sfida nella sfida, perchè per vincere il confronto ci vuole un fisico bestiale.
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