Il sigillo della città a una squadra rimasta nella storia

La Postalmobili promossa in A nel 1978 ricevuta in Comune Le testimonianze delle stelle di allora Masini, Melilla e Fantin

PORDENONE. Correva l’anno 1978, una domenica di maggio in un Forum stracolmo di tifosi, un canestro dell’astro nascente Domenico Fantin da otto metri sulla sirena permetteva alla Postalmobili di battere il Ferroli Vicenza. Non era un canestro qualsiasi, ma quello che portava la squadra pordenonese, per la prima e unica volta, in serie A. Corre oggi l’anno 2014, in un soleggiato sabato i protagonisti di allora – Roberto Paleari (classe 1952), Renato Momentè (1955), Massimo Masini (1945), Daniele Cecco (1952), Maurizio Marella (1957), Giancarlo Tubia (1954), Domenico Fantin (1961), Giulio Melilla (1944), Sandro Sambin (1951), Stefano Shober (1954), mancava all’appello il solo Maurizio Crisafulli (1954), scomparso poco più di un anno fa e rappresentato dal figlio – si sono ritrovati nella sala consiliare del Comune di Pordenone per essere ricordati e premiati con il sigillo della città dal sindaco Claudio Pedrotti, tra l’altro cestista Doc, con la regia al microfono di Stefano Boscariol.

«Prima di salutare gli artefici di quella storica promozione – ha detto – voglio tributare un applauso a Cesare Ciocca, qui presente, allenatore del Pienne che ha conquistato i play-off nel campionato di Dnb grazie allo straordinario carattere del gruppo, che poi è quello da cui tutti assieme dobbiamo partire in uno sforzo comune per rinverdire gli antichi fasti». Ma non soltanto i giocatori erano presenti con il coach Corrado Pellanera: con loro c’erano anche i dirigenti di allora come Sandro Sandrin, Mariano Bigai, il professor Sgrazzutti (ideatore della giornata assieme a Maset e Cecco), allenatori di quei tempi come Fulvio Silvani e Mario Blasizza. Sandro Sandrin, allora dirigente operativo e braccio destro del presidente Amedeo Della Valentina, ha ricordato l’incontro con l’industriale liventino, poi l’arrivo di Lombardi e Pellanera e dopo il triennio di serie A quello di un’icona del basket mondiale come Jim McGregor. Massimo Masini, uno dei giocatori-simbolo di allora, ha cominciato il suo intervento ricordando che «Giulio Melilla voleva sempre entrare in campo per ultimo per prendersi l’applauso più grande, come ha fatto oggi, arrivando qualche minuto in ritardo. Ho giocato a Milano, vinto scudetti e coppe, militato in nazionale, ma la vera amicizia, una vera famiglia sportiva come a Pordenone non l’ho mai trovata da nessuna parte: grazie per quello che mi avete dato».

Il play della promozione, Giulio Melilla, ha voluto prima di tutto «ricordare Enzo Bacci, il factotum di allora. Sono orgoglioso di dire che a Pordenone ho vissuto la mia seconda giovinezza, giocando al Forum le migliori partite della mia carriera». Domenico Fantin ricorda che «per tutti ero il “bocia” e tutti quei campioni mi hanno aiutato a crescere come giocatore e uomo sia dentro sia fuori del campo». Spazio infine a Maurizio Callegaro, giocatore della Virtus, da cui è partita l’iniziativa di intitolare il Forum a Maurizio Crisafulli, proposta ufficializzata dal sindaco Pedrotti.

Dario Darduin

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