Il pordenonese Fina sul podio europeo in Finlandia: «Ho vinto una medaglia nella casa del giavellotto»

Classe 2002 di Fontanafredda, il lanciatore dell’Esercito ha ritoccato a Espoo il suo personale (77,23 metri), riportando in Italia una medaglia internazionale giovanile nella disciplina a distanza di 42 anni dall’ultima

Alberto Bertolotto
Michele Fina classe 2002 di Fontanafredda gareggia nella Friulintagli e fa parte del Gs Esercito
Michele Fina classe 2002 di Fontanafredda gareggia nella Friulintagli e fa parte del Gs Esercito

FONTANAFREDDA. La misura se l’aspettava, in un piazzamento sul podio invece ci sperava. Attesa ripagata per Michele Fina, che ancora si gode il bronzo conquistato lo scorso week-end nel giavellotto ai campionati Europei under 23 in Finlandia.

Classe 2002 di Fontanafredda, il lanciatore dell’Esercito ha ritoccato a Espoo il suo personale (77,23), riportando in Italia una medaglia internazionale giovanile nella disciplina a distanza di 42 anni dall’ultima (Euro U20, Fabio Michielon, 1981).

La provincia di Pordenone si ritrova al centro della specialità dopo esserla stata grazie a due primatisti italiani: Mario Agosti (a cui è intitolato il campo cittadino di via San Vito) e Carlo Sonego, tuttora recordman tricolore con 84,60 e tecnico proprio di Fina.

Michele, una gioia che la ripaga di tutti i sacrifici fatti.

«Pensare che prima della gara ero teso, avevo fatto fatica a pranzare. Non si erano svolte le qualificazioni, eravamo tutti già in finale… Ho pensato che dovevo aver fiducia nel lavoro svolto, perciò mi sono tranquillizzato. E prima del riscaldamento mi sono detto: “E se arrivo terzo?” Missione compiuta. Mi sono concentrato sulla tecnica. Al secondo lancio avevo già trovato il personale con 76,19. Mi sentivo bene, spingevo come dovevo fare. Ho cominciato a crederci di più. Ed è arrivato il 77,23. È una misura che mi dà un’altra prospettiva, che mi rappresenta e che sapevo di valere».

All’ultimo giro di lanci ha tremato: il finlandese Laspa ha centrato 77,19.

«Sì, il terzo posto traballava. Toccava poi a Kolodziejczak, che però non è andato oltre 73,34: ho così realizzato che la medaglia era mia. Più che sul podio, in quel momento ho provato l’emozione più grande. Mi sono un attimo rilassato, ma ho riaperto gli occhi: dovevo ancora effettuare l’ultimo lancio. Mi sono concentrato e sono arrivato a 76,64. Avessi avuto un po’ di velocità in più chissà…».

Ha gli 80 metri in canna, quindi?

«Mi alleno per centrare nuovi obiettivi. Certo, se escono quest’anno bene, altrimenti non importa. Non fa bene andare di fretta. Mi godo questo risultato. Poi penso ai campionati italiani assoluti di Molfetta dell’ultimo fine settimana di luglio».

A giugno la prima maglia azzurra in occasione dei campionati Europei a squadre, nonché il titolo tricolore promesse. Il 2023 è un anno magico?

«Devo dire che è così grazie all’Esercito, a cui sono approdato dalla Friulintagli lo scorso autunno. Mi ha permesso di dedicarmi solamente all’atletica. Grazie anche a Carlo Sonego, che mi allena da tempo».

Parlate del suo record?

«Sarebbe da battere, resiste dal 1999… Mi dice: “Ti alleno per un motivo, capiscilo…” (sorride, ndr)».

Fina, ha vinto una medaglia internazionale in Finlandia, patria del giavellotto.

«Me ne rendo conto. Ed è un aspetto che mi emoziona ulteriormente». —

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