Il gol-non gol di Pjanic e i baffi di Kilpin

MILANO. La trama di certe serate è scritta nelle stelle.
E non ci sono gol annullati, vecchi rancori e nuove moviole che tengano.
22 ottobre 2016. In curva Sud, a San Siro, campeggia un bandierone col volto di un vecchio signore coi baffi. E’ Herbert Kilpin, fondatore dell’Ac Milan. Cent’anni fa, era sempre il 22 ottobre, chiudeva gli occhi per sempre.
Questa sera, sullo striscione e da lassù, li tiene bene aperti. Così, quando Pjanic la mette dentro su punizione l’arbitro Rizzoli, che prima convalida tra i fischi, viene quasi richiamato da una forza misteriosa. Passano quasi tre minuti e prevale la linea del guardalinee (se vogliamo fermarci al dato di cronaca): gol annullato, 0-0 e si riparte.
«Avremmo potuto giocare altri sei giorni e non avremmo pareggiato» dirà Allegri nel dopogara. Perchè lui, quella strana sensazione, ha cominciato a percepirla proprio al gol-non gol di Pjanic.
Due anelli più sopra, gli ultrà del Milan osservano una Juve di evidente superiorità tecnica e undici ragazzi in maglia rossonera che tengono, sbuffano, si arrabattano e ogni tanto si accendono. E a differenza degli altri anni, quando si accendono qualcosa succede.
Così Locatelli spalanca improvvisamente le finestre di una società ancora senza fondamenta, di uno stadio che non si sa se resterà casa e di una squadra-cantiere e fa entrare una ventata di aria fresca e di futuro nella porta di Buffon e nei cuori dei sostenitori del Diavolo.
E’ talmente bello, talmente magico, il tiro, che si ha netta la sensazione che nulla potrà scalfire il capolavoro.
E invece un altro capolavoro arriva, all’ultimo istante dei 7 (!) minuti di recupero. Solo che non è lo scaldabagno di Khedira, ma il volo di Gigio Donnarumma, che non avrà ancora l’età della patente ma che è stato scelto da Kilpin come ultimo uomo del destino. Palla fuori dal sette, 1-0 e tutti a casa, tra chi rivanga il gol di Muntari (che per inciso se la ride coi vecchi compagni nella pancia di San Siro) e chi si sente defraudato e ingiustamente sconfitto.
Tranquilli, domani si rigioca. E i valori tecnici, alla lunga, verranno fuori.
Sempre, beninteso, che quel signore coi baffi, dal bandierone del secondo anello, la smetta di sorridere.
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