Il ct azzurro Bennati esalta i cinque professionisti friulani nel World Tour: «Lavorate bene, siete un esempio da seguire»

Il 27 maggio la tappa sul Lussari che potrebbe decidere il Giro d’Italia: «Sarà meraviglioso ma allo stesso triste perché mancherà un grande come Enzo Cainero»

Antonio Simeoli
Daniele Bennati, 42 anni, cittì della Nazionale di ciclismo
Daniele Bennati, 42 anni, cittì della Nazionale di ciclismo

UDINE. Cinque corridori nel World Tour, un record per il Friuli proprio quando la stagione del ciclismo è entrata nel vivo e dalle Classiche si sta per passare alle strade del Giro d’Italia. Inevitabile una chiacchierata con il ct dell’Italbici Daniele Bennati.

Cinque pro friulani nel World Tour e per il Giro della Provincia di Reggio Calabria ha pure convocato in azzurro i giovani Lorenzo Ursella e Bryan Olivo...

«Certo, e peccato che Ursella deve dare forfait per una caduta in Sicilia. Sono due ragazzi interessanti, e Olivo è un altro prodotto del Team Friuli di Roberto Bressan. È un ottimo vivaio. Lavorano nella maniera giusta, bisogna prenderli ad esempio anche nelle altre regioni».

Da anni il Team Friuli core all’estero contro i pro: è la strada giusta?

«Sì. È vero, squadre classiche con sponsor italiani prediligono per ovvie ragioni le nostre gare, ma correre all’estero fa salire il livello. Ora il Team Friuli è giustamente vivaio di un Team World Tour come la Bahrain. La speranza che squadre così diventino vivaio per grandi squadre tutte italiane, il nostro movimento ne ha grande bisogno».

Ct, parliamo dei 5 nostri pro: da chi partiamo?

«Da Jonathan (sorride ndr). Milan. È un grande talento, deve crescere fisicamente e in esperienza. Ho parlato spesso con lui in questa stagione. Anche a me capitava di fare qualche volata (ride ndr), mi permetto di dargli qualche consiglio».

Non faccia il modesto, lei nel 2007 ha vinto anche sui Campi Elisi al Tour...

«E lo potrà fare anche lui, deve solo calcolare meglio i tempi, è spesso precipitoso nelle decisioni, però quando migliorerà in questo aspetto allo sprint farà grandi cose. E anche nelle Classiche del Nord. So che è in scadenza di contratto alla Bahrain, ma Manuel Quinziato è un bravo procuratore: farà la scelta giusta».

Impossibile l’accoppiata Mondiali su pista e su strada in agosto a Glasgow?

«Quasi, la sera prima del Mondiale si assegna l’oro nel quartetto. E per le Olimpiadi 2024 vale la stessa cosa».

Davide Cimolai agli Europei di Glasgow nel 2018 aiutò a vincere Trentin...

«Sì, è un gran professionista: se dimostrerà di andare forte potrà vestire ancora l’azzurro. Così come Alessandro De Marchi, veterano in azzurro ma con due anni complicati alle spalle».

Matteo Fabbro a 28 anni troverà la costanza?

«Mi aspetto un salto di qualità. Arrivare tra i primi dieci al Giro potrebbe essere una bella base. E poi avete Nicolò Buratti, bel talento. Ho già avuto modo di apprezzarlo ai Mondiali in Australia nel 2022».

Altri due friulani Franco Pellizotti ed Enrico Gasparotto ora fanno i direttori sportivi.

«“Gaspa” ha sempre avuto fiuto in corsa, chiaro che sta facendo bene alla Bora, così come il mio amico Pellizotti alla Bahrain».

Bennati, il 27 maggio in Friuli sul Lussari forse si deciderà il Giro...

«Sarà meraviglioso ma allo stesso triste perché mancherà un grande come Enzo Cainero. Avevamo un amico comune, Franco Ballerini: me li voglio immaginare godersi la tappa da lassù. E magari ammirare la speranza italiana Giulio Ciccone, che quest’anno è partito molto bene, giocarsela con mostri sacri come Roglic ed Evenepoel» .

Lei, negli ultimi anni di carriera, è stato indispensabile regista di un grande come Contador: che effetto le fa vedere uno come Pogacar?

«E Van Aert, Van der Poel, Evenepoel sempre all’attacco? Pogacar è un gigante ed è un peccato non aver corso per lui. Il mio amico Contador non si arrabbierà se dico che avrei fatto meno fatica...». Chiusura col sorriso, come quello del ciclismo friulano. —

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