Il calcio in tv: ora il tifoso può sperare nel “pacchetto unico” per guardare le partite e non svenarsi

Una telecamera in campo in un'immagine d'archivio. ANSA/DANIEL DAL ZENNARO
Una telecamera in campo in un'immagine d'archivio. ANSA/DANIEL DAL ZENNARO

UDINE. Sky bocciata dall’assemblea dei club anche lunedì 29 marzo, ma dietro alle strategie delle Lega serie A che ha concesso il pacchetto principale dei diritti tv per il prossimo triennio a Dazn (affiancata da Tim) potrebbe nascondersi anche una “buona novella” per gli appassionati di calcio, preoccupati dall’eccessiva frammentazione dell’offerta in tv – o streaming video – e dal costo per potrebbero avere due-tre abbonamenti per un’intera stagione agonistica, soprattutto se accanto al campionato un tifoso vuole aggiungere anche le partite delle coppe europee e godersi una settimana piena di Pallone.

Già, perché a fronte delle prime “proiezioni” sui prezzi delle offerte, sta prendendo corpo anche l’idea di un pacchetto unico per agevolare le famiglie italiane, grazie a una sorta di alleanza tra Dazn, Amazon e Mediaset unite sotto l’insegna di Tim Vision.

Insomma, bisogna attendere i prossimi passi per capire se effettivamente l’ipotesi si concretizzerà. La bocciatura di Sky anche sul fronte delle tre partite non in esclusiva fa intendere che potrebbero esserci dei passi in avanti in questo senso.

Bisognerà rifare un nuovo bando per assegnare l’anticipo del sabato sera, la gara della domenica a mezzogiorno e mezza e il posticipo del lunedì, la novità fissa del prossimo triennio in serie A.

I sette club che hanno pilotato il fronte Dazn (che porterà 840 milioni a stagione) hanno bloccato anche l’offerta al rialzo di Sky che in sede di trattativa per non restare senza alcuna partita del campionato in mano era passata da 70 a 87,5 milioni, piuttosto vicino a quota 90, là dove potrebbero spingersi Mediaset o Amazon col nuovo bando.

Quali sono i nomi delle società intransigenti? Juventus, Inter, Napoli, Lazio, Fiorentina, Atalanta e Verona che si sono astenute. Le altre, anche l’Udinese e il Milan (tanto per citare il nome di una big), pur avendo contribuite alla vittoria di Dazn, si sono sfilate dallo schieramento, ma non è bastato per raggiungere i 14 voti che avrebbero assegnato il pacchetto di consolazione a Sky.

Qualcuno noterà che si tratta anche delle sette che non vorrebbero anche l’ingresso dei fondi nella media company della Lega, fondi pronti a offrire 1,7 miliardi in cambio del 10% (un’eventualità che non dispiacerebbe all’Udinese), ma è meglio non allargare l’argomento diritti tv.

Anche perché adesso, dopo aver capito che i club potrebbero guadagnare su per giù gli stessi soldi del contratto precedente (973 milioni), bisogna capire se il prezzo di questo traguardo ricadrà tutto sulle spalle degli appassionati.

L’amministratore delegato di Dazn Italia, Veronica Diquattro, non ha svelato se il prezzo di 30-35 euro al mese sarà quello giusto, ha solo garantito nelle sue interviste il «no alle singole partite, si potranno comprare soltanto abbonamenti a tutto il pacchetto».

Una botta se fosse così. Basta fare quattro calcoli per chi guarda alle offerte streaming: 35 euro per Dazn, 30 per le coppe su Sky, 10 per la partita clou in Champions su Amazon. 75 euro al mese, 750 all’anno se le offerte vengono lasciate attive per 10 mesi, sono davvero troppi per lo spettacolo calcio in tv.

Ecco allora farsi largo l’idea Tim Vision che potrebbe sfruttare il fatto che Mediaset si è assicurata il pacchetto streaming della Champions. Solo un’ipotesi, ma c’è già chi fa il prezzo: 49,99 euro al mese. —


 

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