Ikangi è sempre una garanzia: eccolo il ministro della difesa dell’Apu

È il simbolo di una squadra che subisce più punti soltanto di Milano e Bologna: «È la chiave per arrivare alla salvezza. Christon? Grandi qualità umane e tecniche»

Giuseppe Pisano
Iris Ikangi al tiro (foto Petrussi)
Iris Ikangi al tiro (foto Petrussi)

Quattro volte nel quintetto di partenza nelle ultime sei partite e 26’ di utilizzo domenica contro Napoli, appena uno meno del match winner Semaj Christon. Passano le stagioni ma Iris Ikangi non passa mai di moda: è il ministro della difesa di un’Apu che nella propria metà campo concede poco agli avversari. Chiedete a Iroegbu e Mitrou-Long, le bocche da fuoco di Varese e Napoli che contro Udine hanno visto ridursi gli spazi e i bottini personali.

Ikangi, la sua Apu ha la terza difesa meno perforata del campionato dopo Milano e Bologna. Sensazioni?

«Direi che è un dato molto soddisfacente, perché subire poco è la chiave per arrivare alla salvezza. Dalla difesa, inoltre, nasce un buon attacco: per questo dico che dobbiamo continuare così. Essere dietro solo ai due team di Eurolega è incredibile».

Rispetto all’anno scorso il livello degli avversari si è alzato di molto, non trova?

«Sì, e questo per me è un grandissimo stimolo. Del resto ognuno di noi ha iniziato a giocare a pallacanestro per arrivare a competere a questi livelli. Mi piace molto sentirmi responsabilizzato e vista la differenza di livello con la A2 c’è bisogno di lavorare diversamente e di alzare ulteriormente il livello di attenzione».

Come giudica l’impatto di Christon?

«Semaj ha un curriculum importante, ha giocato anche in Nba. Lo conoscevo già, avendolo visto giocare a Brescia, Tortona e Pistoia. È arrivato e si è subito messo a disposizione della squadra: un inserimento semplice, perché ha grandi qualità umane e tecniche. È un bravo ragazzo e lo considero un valore aggiunto dopo la sospensione di Hickey: averli entrambi sarebbe il massimo».

Come cambia l’Apu con il cambio forzato fra Christon e Hickey?

«Sono due giocatori leggermente diversi per caratteristiche, ma per la squadra non cambia molto, perché entrambi si prendono tante responsabilità e si mettono al servizio dei compagni. Poi è chiaro che nei momenti chiave viene fuori il loro grande talento».

A proposito di Hickey, quella foto di gruppo scattata domenica con lui a fine gara è simbolica.

«Sì, perché la sua assenza si fa sentire. È il secondo anno che siamo in squadra assieme, Tony è il mio compagno di stanza nelle trasferte. Con lui c’è un legame importante, è un’ottima persona. Ed è tuttora uno di noi».

Come vede la lotta salvezza dopo le ultime mosse di mercato in serie A?

«Siamo tutte lì, due punti di differenza sono poca cosa, anche perché il campionato è ancora lungo. Bastano due sconfitte per precipitare in basso, viceversa con due vittorie fai un bel salto. L’importante è non accontentarsi, giocare per vincere ogni gara. Credo che a fine andata potremo fare un primo bilancio».

Domenica giocate a Trapani, contro una squadra che vive un periodo burrascoso. Come la vede?

«Sappiamo ciò che si legge in giro, niente di più. Non ci facciamo influenzare, pensiamo a noi e basta: vogliamo giocarcela e vincere. Il resto non conta».

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