I tridenti all’incontrario di Zac, Spalletti e Guido che hanno fatto la storia europea dell’Udinese

La linea difensiva a tre nel dna bianconero: da Bertotto-Calori-Pierini a Benatia-Zapata-Domizzi passando per Bertotto-Sensini-Kroldrup 
epa03421605 Liverpool's Jonjo Shelvey (R) scores the opening goal during the UEFA Europa League soccer match against Udinese Calcio at Anfield in Liverpool, Britain, 04 October 2012. EPA/PETER POWELL .
epa03421605 Liverpool's Jonjo Shelvey (R) scores the opening goal during the UEFA Europa League soccer match against Udinese Calcio at Anfield in Liverpool, Britain, 04 October 2012. EPA/PETER POWELL .

UDINE. Il gol è l’attimo magico per eccellenza nel calcio. Anche per questo nell’immaginario collettivo di tutti i tifosi gli attaccanti hanno un posto speciale. L’Udinese di Zaccheroni venne apprezzata da tutti per il tridente delle meraviglie composto da Poggi, Bierhoff e Amoroso, quella di Spalletti a volte proponeva contemporaneamente Di Michele, Iaquinta e Di Natale, a quella di Guidolin bastavano e avanzavano Totò e il Niño Maravilla Alexis Sanchez.

All’osservatore più attento non sarà sicuramente sfuggito che queste squadre sono state caratterizzate anche dai “tridenti all’incontrario”, quelli difensivi. La linea a tre negli ultimi venticinque anni di serie A è stata nel Dna del club bianconero: “a quattro” ha giocato Zac il primo anno (Helveg, Calori, Bia e Sergio), ci ha provato ma per due domeniche Pasquale Marino, l’hanno usata parecchio Stramaccioni (Widmer, Danilo, Domizzi e Piris) e Delneri (Widmer, Danilo, Felipe e Samir), è partito con questo assetto in estate Velazquez. Poca roba.

L’ultima formazione dell’Udinese che i tifosi hanno potuto citare a memoria è quella della notte della sfida con l’Ajax (stagione ’97-’98): Turci, Bertotto, Calori, Pierini per i friulani suona un po’ come Zoff, Gentile, Cabrini del Mundial ’82. Bertotto e Calori hanno fatto la storia bianconera, sono stati capitani, leader in campo e nello spogliatoio, Pierini vicino a loro si è fatto le ossa. Dietro le alternative si chiamavano Bia, Genaux, Zanchi e Gargo.

Bertotto c’era anche nel “tridente” dell’Udinese di Spalletti. Vicino a lui, nel campionato 2004-2005, c’erano Nestor Sensini, fresco di ritorno per un finale di carriera da applausi e il danese Per Kroldrup. Il trio di riserva era composto dai due ex empolesi Belleri e Cribari, arrivati dalla Toscana l’ultimo giorno di mercato assieme a Di Natale, e dall’allora giovanissimo Felipe. A fine anno arriverà la qualificazione in Champions League e Kroldrup sarà uno dei tre pezzi pregiati venduti per fare cassa assieme a Jankulovski e Pizarro.

L’ultima grande “storica” difesa a tre dell’Udinese è quella che Guidolin comporrà dopo le prime giornate: Benatia centrale di destra, Zapata in mezzo, Domizzi a sinistra. Forza fisica, velocità, esperienza: un mix perfetto che sarà ripetuto nella stagione successiva quando Zapata verrà sostituito da Danilo. A coprire loro le spalle c’erano Coda, Angella e Ferronetti, poi infortunatosi e sostituito a metà stagione dallo svedese Ekstrand.

Oggi sulla panchina bianconera c’è Davide Nicola. Il tecnico piemontese ha già fatto le sue scelte: Larsen, Ekong e Nuytinck sono le tre colonne portanti della nuova difesa bianconera. Nessun paragone con i tridenti del passato, anche perché non basta un buon reparto per fare una squadra, però se è vero che le squadre si costruiscono partendo da una buona fase difensiva ...

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