I mitici lignanesi e le perle di Battiston

Barcolana e Friuli: un connubio sempre inossidabile

UDINE. Parte da lontano la sfida della vela friulana alla Coppa d’autunno: la Barcolana. Fin dalle prime edizioni, la sua formula, libera da alcune delle regole dello sport del mare, ha consentito di assecondare lo sviluppo della vela nell’Alto Adriatico. Già alla fine degli anni ’80 vi partecipavano 200 barche. E in quegli anni stava crescendo anche il germe della vela lignanese.

Dalle prime esperienze pionieristiche con Paolo Burgato, Elia Zoccarato, poi altri velisti lignanesi, e non solo, come Mario Marchetti, Roberto Bortolotti, nacque il desiderio della sfida verso il mondo velistico esterno alla città balneare, e Trieste e la Barcolana cominciavano a essere l’obiettivo dei friulani.

Già la terza edizione aveva acceso le speranze friulane, con il successo di una barca gardesana. Dimostrando che si sarebbe potuta scalfire la supremazia locale. Nel 1980 un’altra barca non locale mise la prua davanti a tutti: l'austriaca Rupe.

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E mentre erano impegnati nelle stagioni balneari, i velisti lignanesi non trascuravano le uscite in mare e lo sport del mare. Allora non esistevano i gps, i satellitari, e non c’era il web. Ma a catalizzare l’attenzione attorno alla vela era chi metteva a disposizione le piccole derive in spiaggia: Elia Zoccarato.

Per caso e per passione, gli si avvicinò Luciano Mainardi, bresciano di origini friulane, che fu scrittore del mare. Gardesano di vocazione, friulano nel Dna, cominciò a suggerire a Elia e ai suoi amici regatanti come poter agguantare la già mitica Coppa d’autunno.

Così, a Lignano arrivò dal lago di Garda Condor 50, progetto Buizza, che vinse le regate locali mentre si formava un equipaggio assortito ma estremamente determinato, guidato da Francesco Battiston.

Senza alcun modello da perseguire, con tanta voglia di sperimentare, l’equipaggio del Condor 50, armatore l’austriaco Franz Bucher, cominciò a farsi valere. Nel 1982 i sogni divengono realtà, e con essi si finalizza la competitività della vela lignanese.

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L’anno successivo White Shadow, che aveva già vinto nel 1981, con Titti Drioli riportò il successo a Trieste. Ma il gruppo lignanese non poteva accettare la sconfitta senza consolidare il proprio ruolo nella vela adriatica.

E dopo altri successi nelle regate open d’altura, che seppur dure si diffusero per dare spazio all’innovazione e alla competitività di skipper ed equipaggi in uno sport regolato da norme ancora troppo ferree per potersi sviluppare, il rapporto lago-Lignano si consolidò: direttamente dalla Centomiglia del Garda arrivò un altro Condor 50, il Nonsisamai.

L’equipaggio si era amplificato, perché a bordo servivano nuove competenze e più peso per governare questo impressionante giocattolo da lago trasferito sul mare. E nel 1984 fu di nuovo vittoria per i colori giallo-azzurri dello Yacht club Lignano.

Già allora il regolamento favoriva per la vittoria la barca più grande. E la Barcolana era diventata una meta ambita, ma anche un ottimo veicolo per la comunicazione. Così finalmente un imprenditore friulano, da sempre appassionato del mare, regata e vinse con il maxi Blu Eyed Princess: Antonio Maria Bardelli, con a bordo parte dell’equipaggio lignanese, con Paolo Ridolfo.

Una barca che poi si chiamerà Città Fiera e vincerà ancora. Ma la vela lignanese non poteva perdere la sua supremazia. Ed ecco che nel 1988 un gruppetto di amici lignanesi concentò i propri sforzi su una nuova macchina da corsa che arrivava sempre dal lago: Uragan. Madrina Margaux Hemingway, l’equipaggio si ridusse, anche per risparmiare i pesi a bordo, e si specializzò ulteriormente, anche nelle soluzioni tecnologiche.

E anche Uragan fece il vuoto nel Golfo. Ricordando alla vela internazionale che Lignano c’era, ed era, ed è il capoluogo di un polo nautico di quasi 6 mila posti barca. Ma anche per Uragan arrivò lo sfidante più quotato: l’anno successivo Moro di Venezia 2 di Ferruzzi portò la Coppa d’autunno a Ravenna.

Ma dovevano arrivare anche i ravennati a impadronirsi di un trofeo nel Golfo? Un gruppo di appassionati e amici di Lignano calò l’asso: un Luffe 54 dalla Danimarca. Così nel 1990 arrivò la quarta vittoria di Battiston, assieme all’austriaco Paolo Zizala. Che ripeterà il risultato nel 1993. Fanatic vincerà con Zizala e Dusan Puh anche l’anno successivo.

In seguito, la vela lignanese ce l’ha fatta anche tra le barche del terzo millennio: Cometa, costruita a Lignano, un prototipo con l’albero alare come quello dei catamarani, ideata dall’udinese Maurizio Cossutti ha infatti vinto nel 2001.

Da allora in poi la Barcolana sarà sempre più dei maxi e super maxi. E il successo friulano sarà affidato ai velisti presenti sui super maxi, come Alfa Romeo ed Esimit, con Alberto Bolzan, Stefano e Alberto Rizzi. E stavolta? Tante sono le variabili che influenzano lo sport del mare che anche stavolta… si vedrà.

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