Quante storie alla Barcolana tra uomini e donne di mare

Un “rito collettivo” che si consuma nel segno del vento e della libertà. Da Spalato a Tallinn la promozione dell’evento voluta dal presidente Gialuz
Foto Bruni 12.10.13 BARCOLANA 2013: PARCHEGGI E STAND, ARRIVO BARCHE-temporale in arrivo
Foto Bruni 12.10.13 BARCOLANA 2013: PARCHEGGI E STAND, ARRIVO BARCHE-temporale in arrivo

TRIESTE. Gli uomini e le donne di mare li riconosci sempre. Sono quelli che sulla terra ferma volgono continuamente lo sguardo per trovare il mare più vicino. Guardano l'orizzonte stringendo gli occhi, alla ricerca della luce che si rifrange sull'acqua, o semplicemente cercano il blu del cielo, se non hanno a disposizione quello del mare.

Gli uomini e le donne di mare li riconosci sempre: hanno bisogno di sentire il mare e il sole, il vento e l'acqua, ovunque.

Gli uomini e le donne di mare hanno bisogno di libertà. Sali in barca e il mondo cambia. Molli l'ormeggio e sei tu. Tu e il mare. Tu e il vento. Tu e scegliere dove andare.

Comincia così la Barcolana 2015, l'edizione che ha investito, più delle precedenti, nell'accoglienza, nella volontà di rendere ospitale un evento popolare e tradizionale, raddoppiato nella durata e nel numero di manifestazioni.

Un evento che quest'anno è andato in trasferta con il suo presidente, si è presentato da Spalato a Tallin in Estonia, dal Salone di Genova a Roma, fino agli studi di Linea Blu, la trasmissione dei Rai Uno che sabato andrà in onda in diretta dalle Rive di Trieste, il salotto buono della città, per presentarsi agli appassionati di vela, e attirare nuovi regatanti e nuovo pubblico.

Ospitale e pronta a condividere quel particolare spirito che si evidenzia in Barcolana, lo spirito che fa partire quasi ventimila velisti per una regata autunnale, per un porto lontano, per una vittoria di categoria, e molto spesso anche solo per esserci.

Nascono così, gli uomini e le donne di mare.

Nascono con il bisogno di partire liberi: di riempire quella costante nostalgia di vento e acqua e salso e onde, alla ricerca della sfida, della rabbia del mare, dei porti da raggiungere, dei fari nella notte. Ognuno dal proprio porto, si esce inseguendo quella libertà e quella pace che il mare e il vento sanno offrire.

E allora è quando le tante rotte si incrociano che nasce la Barcolana. Nasce quella voglia di ritrovarsi, una volta all'anno, a raccontare nuove storie di mare. Unire la propria passione con altre passioni, la propria barca con altre barche. Creare un'isola di barche, un ponte di barche, un tappeto di barche addossate al molo, in attesa di tornare per mare.

«Barcolana - si legge quest'anno nel bando di regata diffuso nei mesi scorsi, il documento che viene spedito a casa grazie all’accordo con il corriere espresso Dhl a quanti hanno partecipato alle precedenti edizioni - è partire dal proprio porto e arrivare a Trieste a ottobre. Trieste, la sirena che li attrae: mille, duemila, cinquemila, diecimila, ventimila uomini e donne di mare raggiungono il porto navigando a vela. Il rito collettivo della Barcolana si consuma condividendo quella voglia di gioiosa sfida dal sapore antico. Libertà e tradizione. Voglia di divertirsi e di sfidarsi. Trieste la sirena li aspetta, ogni anno. Con la bonaccia o la Bora, attende il loro arrivo e il loro riversarsi in città, con le loro storie di mare».

Ma come sarà la Barcolana 2015? Sarà la regata dei navigatori, degli uomini e delle donne che non resistono all'attrazione: «Barcolana è Mauro con la sua barba sempre più bianca e la passione immutata. Barcolana è Vasco, che non si ricorda più quante ne ha fatte. Barcolana è Paul, che quella del Duemila non se la scorda. Barcolana è Isabelle, velista solitaria che arriva dalla Francia e che rappresenta Generali nel mondo, ed è Marianna e il suo gatto, partiti da Genova due mesi fa. Barcolana è Alberto, che torna a casa dopo il Giro del Mondo, unico italiano ad aver partecipato alla Volvo Ocean Race. Barcolana è Lorenzo, che ha dedicato tre intensi anni ai catamarani, e ora arriva al timone di un Extreme 40. Barcolana è ventimila velisti, ognuno con la sua storia. Trieste è qui ad aspettare di ascoltarle, sussurrate tra i refoli, raccontate ad ampi gesti, ricordate e celebrate assieme, scritte in questo momento, mentre gli ormeggi vengono mollati».

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