I consigli di Graziani a Sottil : “Gli avversari ti studiano, deve cambiare modulo”
Un dei primi calciatori dell’era Pozzo analizza il momento-no dell’Udinese e la posizione dell’allenatore: “Rischia il posto? Con questi risultati ci sta”

«Sottil a Empoli si gioca la panchina? Purtroppo nel calcio è inevitabile, quando porti a casa quattro punti in sette partite il primo a essere messo in discussione è l’allenatore». Francesco Graziani, mercoledì a Udine Piazza Primo Maggio per l’iniziativa “Banca Generali Un campione per amico”, è andato subito al nocciolo della questione affrontando l’argomento Udinese.
Ciccio in Friuli ci ha giocato per una stagione e spiccioli: «Era la prima stagione dell’era Pozzo, partimmo con nove punti di penalizzazione. Vedere poi cosa è riuscita a fare questa proprietà ha dell’incredibile».
Tutto vero Graziani, però la classifica piange.
«Sono sorpreso, perché secondo me la squadra è buona. Certo, manca qualcosa là davanti, ma i punti dovevano essere di più».
Domani c’è la trasferta di Empoli e la panchina di Sottil potrebbe traballare in caso di ko. Normale?
«Sì, perché quando le cose non vanno a pagare è il tecnico. Sottil è un buon allenatore, la scorsa stagione ha fatto bene, ma se l’Udinese dovesse cadere anche a Empoli credo il cambio sarebbe una soluzione quasi inevitabile».
A Sottil viene rimproverato il fatto di non discostarsi mai dal 3-5-2: le sostituzioni vengono fatte sempre tra giocatori dello stesso ruolo.
«Io sono un “tifoso” degli allenatori che non si fossilizzano su un modulo di gioco e che cambiano sia all’interno della stessa gara sia a inizio partita anche in base alle caratteristiche dell’avversario. Anche perché se giochi sempre nella stessa maniera gli altri studiano e prendono le contromisure».
Udine è stata una tappa importante per tanti calciatori ma anche per alcuni allenatori. Da qui ha spiccato il volo Luciano Spalletti, oggi ct della Nazionale. È l’uomo giusto al posto giusto?
«Assolutamente sì. In azzurro non può allenare, ma solo selezionare i giocatori e dargli un indirizzo, ma Spalletti ha dimostrato di saper creare una grande empatia con i suoi giocatori nei club e sono convinto che riuscirà a farlo anche in Nazionale».
Nonostante di calciatori italiani nelle squadre di club che giocano le coppe siano sempre di meno.
«Questo è un problema. Io dico che bisogna dare fiducia ai ragazzi italiani. Per esempio all’Udinese ora di punta gioca Lucca: mi auguro che si insista su di lui. Intanto domenica contro il Genoa si è sbloccato».
Capitolo campionato: siamo solo alla settima giornata, ma si può già individuare la favorita per lo scudetto?
«Metto sullo stesso livello tre squadre: Napoli, Inter e Milan».
E la Juve?
«È un gradino sotto. Allegri può contare su quattro giocatori di alto livello, non di più. Il problema è soprattutto a centrocampo: una volta c’erano Pjanic, Khedira, Matuidi, e prima ancora Pirlo, Marchisio e Pogba, oggi Locatelli, Rabiot Miretti e Fagioli. Non mi pare la stessa cosa».
Il Friuli è la terra di Bearzot. Un suo ricordo del Vecjo?
«Un uomo straordinario, giusto e intelligente. Noi campioni del mondo del 1982 lo ricordiamo spesso nella nostra chat. Ed è qualcosa di meraviglioso».
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