Handanovic torna da ottavo al mondo

Ieri era finito nella Top dei portieri, domani nemico al Friuli 

UDINE. Asamoah il più forte, Isla il più sacrificabile, Handanovic il più amato. Ecco la classifica dei tre grandi ex nel cuore dei tifosi. E stavolta tocca proprio a lui, al portiere sloveno, non esattamente uno qualsiasi per il popolo bianconero. E non c’entra soltanto la lunga militanza nell’Udinese, considerando che il primo Samir mise il naso ai Rizzi nell’ormai lontano 2004, con Spalletti al volante, acquistato dall’allora dg Pierpaolo Marino su suggerimento di Andrea Carnevale che l’aveva osservato a lungo nel Domžale. Handanovic è di una “pasta” che piace alla nostra gente: tanti fatti e poche parole, l’altra faccia della medaglia del ruolo del portiere che, quando approdò in bianconero, era rappresentata qui da Morgan De Sanctis, giocatore che non si è lasciato bene con il pubblico del Friuli.

Il cerchio si chiude. Samir, sloveno di Lubiana con radici nella Bosnia musulmana di Sanski Most, non è un timido: in spogliatoio si fa sentire, ma fuori non sbaglia una nota. «Sì, sono felice per la firma con l’Inter, ma adesso lasciatemi andare a salutare in miei... I miei giornalisti», disse ai microfoni dei colleghi (milanesi) esterrefatti in una calda giornata della scorsa estate, quella dell’addio all’Udinese che, in cambio, ebbe del club di Moratti undici milioni e la comproprietà di Faraoni.

Non male per uno acquistato per circa 70 mila euro capace di fare il titolare dal 2007 al 2012 in bianconero. E con che risultati. Di squadra: un terzo, un quarto posto e i quarti di finale di Coppa Uefa. Personali: sei rigori su otto parati nell’entusiasmante crescendo della stagione 2010-2011, fermando di Eto’o, Barreto, Di Michele, Hamsik, Cavani e Zarate (lasciando via libera solo a due “tipetti” come Totti e Crespo). Anche per questo lo scorso anno, di questi tempi, strinse tra le mani anche la Zebretta d’oro, il trofeo che da dieci stagioni l’Auc e il nostro giornale assegnano su indicazione della tifoseria organizzata.

È un premio al rendimento e al comportamento, alla figura dell’atleta-calciatore che in Friuli, per essere l’ideale, deve possedere talento, generosità e misura. Non per nulla, proprio prima del fischio d’inizio, domani Handanovic vedrà Basta, altro figlio della ex Jugoslavia tutto casa e campo, succedergli nell’albo d’oro della Zebretta.

Nella Top 10 mondiale. A livello individuale, comunque, Samir frequenta da qualche anno il salotto buono dei portieri: con l’Udinese ha frequentato un po’ l’Europa, con la sua Slovenia ha disputato l’ultimo Mondiale in Sudafrica.

Da ieri, poi, è nella Top 10 degli estremi difensori di tutto il mondo secono l’Iffhs, l’Istituto internazionale di storia e statistica del calcio che l’ha sistemato sull’ottavo gradino della prestigiosa classifica, dopo averlo sempre tenuto in considerazione nelle graduatorie complessive di rendimento dell’ultimo decennio (è in 46ª posizione). Handanovic è dunque in compagnia di una serie di “mostri sacri” come il madridista Iker Casillas, miglior portiere del 2012, inseguito dallo juventino Gigi Buffon, secondo davanti al ceco Petr Cech del Chelsea.

Quarto posto per Neuer del Bayern Monaco, quinto Hart del Manchester City, sesto Víctor Valdés del Barcellona, settimo il campione del mondo (per club) Càssio Romos del Corinthians. Poi ecco Samir, 8 punti come quelli del francese Lloris del Tottenham: accanto il nome del suo nuovo club, FC Internazionale Milano. Ma un bel po’ di quella gloria è bianconera.

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