Gesteco, Micalich rilancia: «L’obiettivo resta la serie A»
Il presidente della Gesteco dopo il ko ai quarti:. «La volontà resta quella di arrivare un giorno al piano superiore»

La stagione è finita, ma la macchina non si può certo fermare. Terminata in gara-5 la corsa play-off, per la Gesteco Cividale è già tempo di guardare avanti, di progettare le prossime mosse per consolidare il percorso di crescita vissuto sinora. Ne abbiamo parlato con il presidente Davide Micalich, ancora amareggiato dall’esito della sfida contro Forlì ma già proiettato al futuro.
A mente fredda cosa lascia questa annata?
«Grande orgoglio per una stagione bellissima, festeggiata in un palazzo bellissimo, A ciò si aggiunge la consapevolezza che questo non è più un progetto, ma è una realtà consolidata. È chiaro che eravamo ambiziosi e speravamo di andare un po’ più avanti, meritavamo almeno la semifinale, ma il basket è così e bisogna saperlo accettare».
Qual è il ricordo più bello?
«Senza dubbio quando non sono stato bene e la squadra mi è stata vicina, nei giorni del derby vinto con Udine. Toccare con mano che squadra e pubblico ti vogliono bene è una spinta a raddoppiare le energie».
Gara 5 è il più amaro?
«Non direi amaro, anche se c’è il dispiacere di esserci fermati prima di regalare un altro turno di playoff. Perché di questo si tratta, sappiamo che non siamo ancora pronti per il salto. Dobbiamo crescere e continuare a farlo. L’obiettivo a lungo termine non cambia: vogliamo portare questa società in serie A».
I dati Lnp mettono Cividale tra le migliori dieci per media spettatori e tra le prime cinque per indice di rendimento.
«Sono numeri che confermano come la nostra sia una grande realtà, che può fare affidamento su grande pubblico. C’è la corsa per venire al PalaGesteco, questo ci permette di ragionare a lunga scadenza. Non so cosa accadrebbe se avessimo 6 mila posti, ma una città di 10 mila abitanti averne circa 3 mila sempre a palazzo è un orgoglio».
Quali sono i piani della società per alzare l’asticella?
«In primis non dobbiamo farci ingolosire dalla grande stagione che abbiamo giocato, dobbiamo ricordare la nostra identità, tenendo al centro la pallacanestro. A volte i giocatori sono quelli giusti, a volte si sbaglia; il prossimo anno può darsi ci sia da soffrire, così come che si arrivi in finale. Stiamo cercando la formula giusta per arrivare un giorno a coinvolgere un gruppo di persone appassionate come lo sono io. Non sono preoccupato di responsabilità o onori, ma sono consapevole che per prepararci ad un grande salto serve una struttura molto solida. Il club è amato. Appetibile? Anche, ma me lo tengo io (ride, ndr). È un unicum, attira attenzioni, vogliamo offrire altre opportunità a partner e sponsor per fare un ulteriore passo avanti».
Dal punto di vista sportivo teme che un eventuale ricambio rallenti la crescita?
«La nostra filosofia non cambierà, non ci mettiamo a rincorrere i risultati per la stagione fatta quest’anno. Conosciamo il nostro target, ma la priorità va a questi ragazzi. Abbiamo rapporti trasparenti con agenti e giocatori, non intendiamo tarpare le ali a nessuno, i patti sono chiari. Chi arriva qui sa cosa trova, chi se ne va sa cosa lascia e tutti ci penseranno bene».
Capitolo stranieri?
«Redivo ha ancora un anno di contratto, quello di Lamb scadrà. A me piacerebbe tenere tutti e due, sono una delle coppie migliori del campionato, anche se gli anni vanno avanti. In ogni caso cercheremo giocatori adatti al sistema, la priorità rimane il nucleo di italiani».
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto