Galeone, applausi ad Allegri e una bacchettata

Lo scudetto alla Juventus. «Con Conte non c’era struttura di gioco. La critica? A Monaco non doveva sostituire gli undici eroi»

UDINE. «Sarebbe ora anche di dare a Allegri dei meriti»: ecco scendere in campo quello che il tecnico campione d’Italia chiama il Maestro, Giovanni Galeone.

«Abbiamo spesso sentito dire che i successi di Allegri provengono ancora dal lavoro di Conte, invece i meriti sono anche di Max – ha riportato Sportmediaset.it citando l’intervento alla trasmissione 4-4-2 –. Sono due allenatori diametralmente opposti: il suo merito principale è di non essersi scomposto ai primi risultati negativi, ma di aver continuato a credere nel suo lavoro. Max ha dato un atteggiamento alla squadra molto più europeo di quello dato da Conte: con Conte non c’era la struttura di gioco che c’è con Allegri. Allegri parla calcio, Conte parla di determinazione, forza, grinta: tutte cose accettabilissime, ma in Europa non bastano».

Parole di stima e affetto, quelle del “Gale” che Allegri lo ha avuto come giocatore ai tempi di Pescara e che chiamò nelle vesti di consulente nel suo anno sulla panchina dell’Udinese, nella stagione 2006-’07.

«In Europa vai avanti se migliori tecnicamente: vince la squadra che ha più tecnica, non bisogna ascoltare le balle di Conte che sostiene che vince chi ha più grinta – aggiunge Galeone con la solita carica –. Per puntare a vincere la Champions la Juve deve cercare un centrocampista e ormai è arrivato il momento di trovare un grande difensore, perchè i vari Chiellini, Bonucci e Barzagli qualche logorio fisico lo cominciano a sentire».

Ma c’è anche spazio per una critica: «Allegri, nella lettura della partita, è uno dei più bravi in assoluto: anche se si merita una tiratina d’orecchi per la partita di Monaco. Lì c’erano in campo undici eroi, non bisogna cambiarli finchè non lo chiedono loro».

Insomma, bocciati cambi del pupillo che hanno permesso al Bayern di Guardiola di pareggiare in conto sul filo di lana e rimontare nel supplementare. E il mercato? E il fuoriclasse che potrebbe andar bene per la Juve? «Non ce ne sono tanti, dei nomi che ho letto non prenderei nessuno. Cavani? Come fai a prenderlo se hai Mandzukic, Morata, Zaza e ora forse Berardi? Io fossi nei dirigenti della Juve prenderei Bernardeschi, per lui farei un grande sacrificio. E in mezzo al campo mi piacerebbe Gundogan. Pogba? La decisione ultima è di Raiola. Io penso debba rimanere: pensare a una Juve protagonista in campo europeo senza Pogba diventa difficile». (p.o.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto