Galanda: «Apu, a volte serve ripartire da zero. Ueb con le idee chiare, Mastellari bel colpo»

Il friulano è Brand ambassador di Pistoia fresca di promozione in A: «Gracis è l’uomo giusto nel posto giusto»

Giuseppe Pisano
Giacomo Galanda durante un recente incontro al Carnera con i giovani del vivaio dell’Apu
Giacomo Galanda durante un recente incontro al Carnera con i giovani del vivaio dell’Apu

C’è un pizzico di Friuli nella recente promozione in serie A di Pistoia. Giacomo Galanda, udinese doc, è brand ambassador di Giorgio Tesi Group, il main sponsor della società toscana.

Un epilogo a sorpresa che ha portato Pistoia a essere una sorta di modello da seguire per il tipo di squadra allestito, con poche stelle e tanti giocatori “di sistema” ben assemblati da un coach giovane seguendo un progetto pluriennale.

È ciò che sembra voler fare anche la nuova Apu Old Wild West con la coppia Gracis-Vertemati, quindi ne abbiamo parlato proprio con “Gek” Galanda, visto spesso in parterre al Carnera la scorsa stagione.

Galanda, Pistoia può essere un modello da seguire per Udine?

«Dobbiamo distinguere la società dalla squadra. Come società Udine è pronta per la serie A, non dimentichiamo che Pistoia si era autoretrocessa nell’anno del Covid.

Diverso il discorso per quanto riguarda la squadra, mi ha sorpreso per continuità e il principale artefice della promozione è stato coach Brienza: ha reso protagonista anche l’ultimo ragazzo della panchina. I segnali positivi c’erano stati già l’anno prima: bisogna avere un progetto e crederci sino in fondo».

L’Apu ha voltato pagina con Gracis e Vertemati. Scelta giusta?

«Credo che l’Apu sia una società con un’impronta importante del presidente Pedone e già a stagione in corso c’erano segnali che avesse in mente un rinnovamento.

Ogni tanto nello sport, che si vinca o si perde, si azzera tutto e si riparte. È ovvio però che ricostruire richiede pazienza: anche in questo caso Pistoia insegna».

Gracis è un ex giocatore scudettato come il ds di Pistoia Sambugaro. Vede delle analogie?

«Lo conosco, è una persona pacata, sa fare il suo lavoro e conosce la materia. Ha un suo modus operandi e l’esperienza necessaria, gli va data fiducia.

Sambugaro a Pistoia ha avuto un inizio difficile, poi sono arrivati i risultati. A Udine ribadisco di avere pazienza, non esiste la bacchetta magica. Di sicuro Gracis mi sembra la persona giusta nel posto giusto».

Vertemati è un coach della nouvelle vague con un progetto pluriennale. La convince?

«Già con la scelta di Finetti al posto di Boniciolli l’Apu dava l’idea di voler cambiare rotta. Vertemati ha avuto diverse esperienze in carriera, è una buona scommessa.

Deve dimostrare ciò che vale, bisogna dargli fiducia e sostenerlo. Udine sta puntando su persone di valore, che hanno un’ottima occasione professionale».

Si aspettava il “no” al rinnovo di Gentile?

«Sulle scelte altrui è difficile mettere bocca. Alessandro è un giocatore molto condizionante, accentra molto il gioco. A Udine è stato avviato un nuovo corso, è lecito fare delle scelte ma non conosco gli accordi.

Sottolineo però che Gentile e Monaldi erano arrivati quando c’era Boniciolli, poi le cose sono cambiate. Di una cosa sono certo: meglio parlare chiaro a inizio anno che a stagione in corso».

Gaspardo invece resta. Può essere l’anno del riscatto?

«Gas è un giocatore importante, ha anni di serie A alle spalle e diverse chiamate in Nazionale. Può essere un all-around, ma anche qua si parla di chimica di squadra.

Forse lui è più da serie A che da A2, però Vertemati metterlo nelle condizioni ideali per dimostrare il proprio valore».

Cividale intanto ha già finito la squadra. Pensieri?

«Conosco bene Mastellari, è cresciuto a Pistoia ed è un ottimo giocatore. Cividale ha selezionato italiani, molti dei quali giovani, seguendo un progetto chiaro.

È reduce da una stagione super e le premesse sembrano buone per potersi ripetere. Pillastrini e Micalich sanno bene che direzione intraprendere». —

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