Friulani in serie A, le storie nascoste

Domani al Bottecchia la presentazione del libro, protagonista l’ex calciatore Facca

PORDENONE. “Quando i friulani giocavano in serie A”: l’imperfetto non è messo lì a caso, è stato scelto con giustizia, perché la storia è realmente così. Attualmente, i corregionali da serie A sono pochi, si contano sulle dita di una mano. Per conoscere quelli “veri”, bisogna indagare. Oppure leggere il libro, fresco di stampa, dedicato a questo pezzo di storia calcistica. Sì, perché di testo si tratta: scritto da Renato Favaretto, racconta la storia di Vinicio Facca, ex calciatore di Azzano Decimo, militante nelle fila del Lecco e del Pordenone, e con lui di altri friulani da serie A. Un’opera, quella edita da L’Omino Rosso, che sarà presentata domenica, al Bottecchia, prima del derby Pordenone-Sacilese.

Un’ora lontana dai soliti schemi: uno spazio pieno di pensieri e parole, la sosta ideale prima di immergersi nell’adrenalina della partita. Un momento per ricaricarsi, facendosi trasportare nei racconti di un altro calcio, una “cosa” che non c’è più, ascoltando anche chi è stato e cos’ha lasciato Vinicio Facca, la figura centrale del libro. Ecco, per descriverlo, basta poco. Si può dire che ci sono giocatori e giocatori: c’è quello che fa gol, quello dotato tecnicamente ed il ruffiano. Il personaggio, insomma, facile da amare, perché fa gesti riconoscibili. Ci sono anche gli “operai”, i lavoratori oscuri, i leader silenziosi: per apprezzarli, bisogna andare in profondità. Scavare. E scavando si scoprono grandi storie.

Vinicio Facca apparteneva a questa famiglia. Cresciuto nel Pordenone, il difensore ha toccato li suo apice col Lecco, team per il quale ha giocato dal 1960 al 1968, anche in serie A. La sua carriera viene pennellata in 170 pagine, scritte con grande attenzione da Favaretto, lasciando da parte la “cipria” e facendo parlare i fatti, i protagonisti. Scorrono, dunque, i ricordi dei compagni di Facca, da Osvaldo Jaconi, apprezzato tecnico professionista, al grande Antonio Pasinato, altra gloria del Lecco, ma anche dei suoi tifosi eccellenti. Come Dino Zoff e l’imprevedibile Gianfranco Zigoni, il George Best del calcio italiano, che si avvicinò al “balòn” anche grazie a Facca, che vedeva settimanalmente al Bottecchia. Sullo sfondo, si inseriscono i racconti di altri grandi friulani, come Lorenzo Buffon, il portiere delle grandi di A, e di Bruno De Marchi, il più grande arbitro pordenonese.

Scrive, nella sua prefazione, Bruno Pizzul: “Viviamo in un paese che non ha il culto della memoria: siamo travolti dalle frenesie del momento, il tempo scorre via con qualcosa da fare e da consumare, senza lasciare traccia. Ben venga tutto ciò che consente di recuperare il senso del trascorso, aiutandoci a riflettere sul passato per dare un senso al presente”. L’occasione è a portata di mano – l’appuntamento è poco dopo le 14 al Bottecchia – basta coglierla. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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