La forza del gruppo spinge l’Apu: la vittoria di Trento è stata un salto di qualità
L’Old Wild West ha dimostrato di essere una squadra in palla, trascinata dai due leader Bendzius e Christon

Un gruppo unito, trascinato dai suoi leader e dal suo condottiero. È l’Apu Old Wild WestUdine, che dopo un faticoso avvio di campionato (com’era ampiamente nelle previsioni) ha iniziato a macinare punti e vittorie. Tanto da essere una delle squadre di serie A con il miglior rendimento nell’ultimo mese e mezzo: quattro vittorie in cinque partite.
La forza del gruppo
Come abbiamo sottolineato più volte di recente, le vittorie di Udine nascono principalmente grazie a un’ottima tenuta difensiva: Sassari, Varese, Napoli, Treviso e ora anche Trento sono state tenute sotto gli 80 punti. Contro l’Aquila, quando i padroni di casa sono tornati a un solo possesso di distacco, l’Apu ha stretto i denti in difesa e respinto l’assalto con alcuni recuperi importantissimi. Buon segno, significa che il gruppo è unito, segue il coach e non si fa problemi a piegarsi sulle gambe per difendere. A Trento, inoltre, quasi tutti (solo Da Ros si è visto poco, avendo giocato solo 6’) hanno portato il loro mattoncino alla causa comune, sotto forma di punti, rimbalzi o lavoro sporco. Anche Dawkins e Brewton, nonostante un ruolo marginale nelle rotazioni da più di un mese.

Fattore Bendzius
Quando l’ala lituana è in giornata, fioccano le triple e per gli avversari sono dolori. Nel gioco di Vertemati “Benji” riveste un ruolo chiave, quello del lungo che si apre sul perimetro per aprire le difese avversarie. Mettiamoci anche l’ampio bagaglio d’esperienza, ed ecco che è facile comprendere perché la società lo ha voluto portare a Udine.
A Trento Bendzius ha realizzato 23 punti, superando per la seconda volta in stagione quota 20: la prima fu a Sassari, e anche allora le sue triple aprirono il solco decisivo per andare a vincere in trasferta. L’ex capitano della Dinamo, dopo le prime 13 giornate, è il giocatore più preciso di tutta la rosa bianconera: 52% da due, 43% da tre e 935 ai liberi. Una vera garanzia, spesso quando la palla inizia a scottare. Qualche passaggio a vuoto a inizio stagione lo ha avuto anche lui, forse fisiologico visto che ha cambiato squadra dopo cinque anni, ma a conti fatti possiamo dire che è stata una presa di mercato azzeccata da Gracis e compagnia.
Effetto Christon
Hickey è stato appiedato dal Clorotiazide, ma i risultati non ne hanno risentito grazie all’arrivo dell’ex Oklahoma City: con lui nel motore, 80% di vittorie per Udine. È vero che il livello delle avversarie è calato rispetto all’avvio in salita, ma i successi dell’ultimo mese hanno la nitida firma di Christon: con lui la palla circola meglio ed è soprattutto nei finali di partita che si vede la differenza, visto che l’Apu ha gestito nel migliore dei modi i possessi decisivi contro Napoli, Treviso e Trento. Tre partite vinte in volata e 6 punti pesanti, dopo averne sperperati altrettanti nei finali sciagurati contro Bologna, Trieste e Cantù. Qualche canestro di puro talento, l’esperienza nell’andare a trovare un fallo e trasformare i liberi (dettaglio non da poco), la lucidità nella gestione della palla e del cronometro. In un campionato molto livellato verso il mezzo, queste cose possono fare la differenza. Il tutto seguendo le direttive di coach Vertemati, che inizia a prendersi le sue rivincite dopo le critiche di inizio anno.
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