Flavio Pressacco tra aneddoti e analisi sul nuovo campionato di basket: «Livello altissimo, mi ricorda quello dell’inizio degli anni ’80»

Il professore ci accoglie spiazzandoci. «Che partita domenica a Cividale! Ci sarà il derby delle città romane tra Forlì, l’antica Forum Livi, e Forum Julii». Parola di Flavio Pressacco, udinese, 80 anni di numeri, aneddoti, schemi, vittorie. Docente universitario, coach campione d’Italia juniores con la Snaidero nel 1976.
Prof, continui...
«Forum Livi fu fondata da due consoli, padre e figlio, Marco Livio Salinatore e Gavio Livio Salinatore. Il primo sconfisse in battaglia Asdrubale. Salinatore perchè introdusse la tassa sul sale. Data di fondazione, 188 a.C., Forum Julii fu fondata nel 50 a.C. Sarà un bel derby anche per il presidente Micalich, la cui mamma era di Forlì».
Riparte la A2 a 20 squadre, una delle più dure di sempre.
«Mi sembra di essere a inizio anni ’80 quando allenavo. E la A2 era una seconda A1 con coach come il giovane Bucci, o i santoni Sales, Paratore, Primo, Cardaioli, Guerrieri, Benvenuto. Ora ci sono Boniciolli, Ramagli, Pillastrini, Bucchi, Sacripanti e più giovani, ma già affermati, come Vertemati e Brienza».
È tornata la promozione diretta. Cosa ne pensa?
«Dà l’idea di maggiore stabilità, anche se i play-off sono avvincenti e garantiscono maggior incassi. Negli anni ’80 era poi meraviglioso che chi vinceva la A2 poteva andare ai play-off di A1, ricordo la Reyer del paròn Zorzi che cullò anche ambizioni da scudetto con Haywood e Dalipagic. Ora con sei americani in A1 e due nell’altra serie lo squilibrio sarebbe evidente».
La A2 è anche l’unico campionato dove i giovani italiani possono giocare.
«Vero. E ricordo una cosa: nel 1974, cioè 50 anni fa, alla Snaidero partecipammo con i nostri giovani, che poi avrebbero vinto lo scudetto juniores, al campionato di Promozone. All’andata tante sconfitte, al ritorno vittorie di venti punti ad ogni gara. Insomma, quest’anno sono tornate le seconde squadre in C e faranno bene al movimento purchè ci giochino davvero i giovani».
Sono troppe due squadre in 16 km?
«Indubbiamente il bacino d’utenza è quello che è, anche perchè poi in regione ci sono Trieste, Gorizia che sta provando a rinascere o Pordenone, quindi non so quanto potrà durare questa età dell’oro con Udine e Cividale. Certamente, per ora, questo campanilismo fa bene a tutto il movimento. E poi attenti, non è la città contro il contado, perchè le origini nobili di Forum Julii le abbiamo appena rispolverate».
Rivalità tra presidenti e dirigenti più che tra tifoserie...
«Certo, mi ricorda tanto l’epoca Snaidero-Patriarca. Pedone e Micalich hanno avuto un sodalizio proficuo, anche grazie alla mediazione del grande Paolo Graberi, poi con quei due caratteri forti non potevano andare d’accordo a lungo».
Di Pedone cosa pensa?
«Lo ricordo mio buon allievo al corso di Matematica generale. È uno che vede lontano, sta diversificando in modo intelligente le sue attività in una sorta di fondo di investimento aperto a nuove frontiere, puntando su start up con una capacità di innovazione nella finanza che si riflette nel mondo dello sport».
Micalich?
«Uno cresciuto a pane e basket, ancorato al Friuli, capace pure di organizzare grandi eventi cestistici. Ha idee, basta vedere come ha migliorato il palasport di Cividale».
Pillastrini e Vertemati i due coach?
«”Pilla” è esperto, competente, grazie alla sua attività di organizzatore di camp da sempre ha un fiuto per i giovani che fanno a gara per essere allenati da lui. Con la sua esperienza è riuscito un anno fa a uscire dalle sabbie mobili. Vertemati è più giovane, ma mi colpisce la determinazione nel difendere le sue scelte. Ha un carattere deciso e chiaro che gli fa onore e si riflette nella coesione delle sue squadre. Fa delle scelte ponderate e questo direi che a gioco lungo è un elemento chiaro per il gruppo».
Si è appena ritirato Michele Antonutti.
«Ho un flash: arrivo al Marangoni 25 anni fa e vedo un 14enne che segna dall’angolo con una facilità imbarazzante. Quello del tiro è rimasto un marchio di fabbrica, ma con intelligenza si è perfezionato facendo una bella carriera e diventando ambasciatore dell’Apu ancor prima di smettere. Lo colloco tra i grandi del basket udinese un gradino sotto il trio Nino Cescutti, Jek Galanda e Giampiero Savio».
Per fare il quintetto udinese all time ne manca uno.
«Ci metto Otello Savio, adesso lo leggete sul Messaggero, ma era un grande play. L’Ignis Varese lo voleva per il dopo Ossola, lui preferì la banca...E glielo rimprovero sempre».
Buon campionato anche al professore dei canestri
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