Fabbro, nuova dimensione «Gregario vincente? Sì, la missione mi piace»

CICLISMO. Il 26enne codroipese della Bora ha ripreso ad allenarsi «Il 2021 è stato per me luci e ombre, fino al Giro super poi no» 
Francesco Tonizzo

l’intervista



Matteo Fabbro ha già iniziato la preparazione in vista del 2022, quando vivrà la sua quinta stagione da professionista, sempre con la maglia della Bora Hansgrohe, che l’ha confermato ancora per due stagioni. Domani festeggerà assieme al suo Fans Club, prima di intensificare gli allenamenti. L’occasione è propizia per un bilancio della stagione appena terminata e per fissare i prossimi obiettivi, uno dei quali è colorato di rosa e ha una data ben precisa: il 27 maggio 2022.

«Possiamo suddividere il mio 2021 in due distinte fasi – spiega lo scalatore di Zompicchia –. Fino al Giro d’Italia, la prima parte della stagione è stata molto buona col quinto posto alla Tirreno. Il resto dell’anno non è stato all’altezza. Stagione sufficiente».

Cosa ti è mancato nella seconda metà del 2021?

«Freschezza eriposo. Ho iniziato a correre a febbraio in Provenza e ho concluso il 9 ottobre al Lombardia. Nell’ultimo inverno, la pausa era stata breve a causa del Covid che aveva stravolto il calendario del 2020. Finimmo il Giro d’Italia a fine ottobre e a metà novembre eravamo già in bicicletta ad allenarci: non c’è stato spazio per il completo recupero. Inoltre, fino al Giro di quest’anno, ho corso tanto, anche per sostituire compagni colpiti dal virus e tutto ciò ha influito sul mio rendimento successivo. Poi, dopo la caduta a San Sebastian (il 31 luglio, ndr), è stato difficile ritrovare il giusto colpo di pedale».

Hai rinnovato il contratto con la Bora Hansgrohe: come cambierà la squadra nel 2022 e cosa cambierà per Fabbro?

«Mi hanno confermato dopo i risultati della prima parte di quest’anno, credendo in me. La partenza di Peter Sagan, l’arrivo di Vlasov, Higuita, Hindley, il ritorno di Bennet e la conferma dei vari Schachmann, Kamna, Buchmann,Van Poppel, Kelderman ci rende improntati sulle corse a tappe. Punteremo a vincere almeno uno dei grandi Giri. Io partirò come gregario, ma con maggior libertà d’azione, non essendo vincolato dalla presenza di un corridore come Sagan».

Il tuo nuovo direttore sportivo Enrico Gasparotto ha detto al nostro giornale che potresti avere un’evoluzione di carriera alla Franco Pellizotti: un gregario di fiducia per un leader, come lo stesso “Pelli” è stato per Nibali. Concordi?

«Un po’ mi ci rivedo, in effetti. Anzi, quasi spero di riuscire a fare una carriera come quella di Pellizotti, che conosco bene. Non escludo di poter avere dei ruoli da capitano, ma d’altro canto riconosco che quello del gregario è un ruolo che, al momento, è forse il più adatto a me».

La tappa friulana del Giro d’Italia 2022?

«Il mio programma comprende la partecipazione al Giro e assieme al Gaspa siamo andati a visionare il percorso fino a Castelmonte. Da Tarcento in poi non c’è un metro di pianura. La strada verso Tanamea è molto pedalabile e potrei soffrire un po’. La salita al Kolovrat è molto più impegnativa di quello che si pensa: chi sottovaluta quella tappa, la pagherà caro». I tifosi di Matteo, dunque, sanno già dove posizionarsi il prossimo venerdì 27 maggio, per la tappa numero 19 della corsa Rosa. —



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