Erba malata al Friuli, l’Udinese interviene

UDINE. Chissà se basteranno le lampade che da ieri sera sono state accese sull’erba malata del Friuli. Dovrebbe giocare palla a terra, l’Udinese. Ma spesso in casa non ci riesce.
Colpa degli interpreti, dell’interpretazione tattica e anche del terreno di gioco? Il punto di domanda è difficile da togliere, certo è, invece, che il rettangolo dei Rizzi a tratti sembra davvero un campo di patate. Il tecnico del Sassuolo, Eusebio Di Francesco, lasciando Udine l’ha definito «indecente».
Stefano Colantuono si è accodato. Ma anche i protagonisti – Francesco Lodi, intervistato nell’intervallo, per esempio – hanno confessato l’inadeguatezza del terreno, un’inadeguatezza notata perfino da Sky durante la telecronaca in diretta, tanto che l’opionista Claudio Onofri si è lasciato andare: «È un peccato in uno stadio così bello».
«È un problema da risolvere prima possibile», ha sottolineato ieri il direttore generale dell’Udinese, Franco Collavino: «E adesso sappiamo come agire».
Il club per curare il terreno di gioco, rifatto lo scorso anno per avvicinarlo all’arco e inserire sotto le serpentine del riscaldamento, come richiesto dalla Lega, si appoggia a una struttura interna, affiancata da una ditta che offre la propria consulenza e l’opera per gli interventi di manutenzione straordinaria.
Nonostante questo, tuttavia, dopo anni di erba perfetta, all’inglese si potrebbe dire, ora il Friuli è davvero in condizioni pietose.
«A dire il vero – ha precisato il dg dell’Udinese – lo strato superficiale è a posto, sia per la consistenza del manto, sia per il colore, il problema sono le zone d’ombra che, con la progressiva ristrutturazione dello stadio, impediscono lo sviluppo in profondità delle radici. Ma ci siamo già mossi. Abbiamo acquistato un impianto di lampade fotosintetizzanti che permetteranno all’erba di crescere e di attecchire. Chi in queste sere passa accanto allo stadio non si allarmi se vede delle luci soffuse al centro del campo, è solo il nostro impianto in azione. Tra venti giorni tutto sarà a posto. Se non per la partita con la Sampdoria, quella del 22 novembre, per quella successiva il terreno sarà perfetto».
Collavino professa ottimismo, anche se in questi caso bisogna procedere a tentativi: può darsi, infatti, che non sia la scarsa penetrazione del sole a incidere negativamente sull’erba malata del Friuli. «Se il campo non migliorerà allora bisognerà monitorare altri parqmetri», confessa infatti il dg: «In alcuni impianti, per esempio, c’è l’aerazione supplementare». Solo se non funzionerà “fratello vento” l’Udinese pensarà al sintetico: «Sarà l’ultima risorsa».
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