Ecco il Tour de France 2026: tante salite per Pogacar. Volate per Milan? Pochine

Una crono a squadre, poi una prova contro il tempo individuale di 26 km e nemmeno piatta sulla sponda del lago di Ginevra all’inizio dell’ultima settimana

Antonio Simeoli

Le date: 4-26 luglio 2026. Otto tappe di montagna, 54.450 metri di dislivello. Una crono a squadre, poi una prova contro il tempo individuale di 26 km e nemmeno piatta sulla sponda del lago di Ginevra all’inizio dell’ultima settimana. Sei, forse sette, arrivi dedicati ai velocisti. Eccolo il Tour de France 2026 presentato a Parigi.

In attesa del prossimo Giro d’Italia – sicura nell’ultima settimana a Nord Est la tappa con arrivo a Pian de Pezzè sopra Alleghe e quella in Friuli nel cinquantesimo anniversario del terremoto, il resto è in altomare – la Grande Boucle scopre le sue carte. E, come sempre, lo fa alla grande: partenza da Barcellona con una prima novità. Nella cronosquadre di 19 km, il tempo sarà preso non sul 4° o 5° arrivato, come avviene sempre così da premiare la compattezza del team, ma sul primo. Quindi tirata folle degli specialisti quindi, dai piedi della collina del Montjuic dove sarà posto l’arrivo, se la veda il capitano.

Inutile dirlo, il prossimo sarà il Tour del tentativo di Tadej Pogacar – visti i precedenti e il percorso, possibilità di riuscite elevatissime ( lo sloveno faccia gli scongiuri, anzi non ne ha bisogno) – di raggiungere i grandissimi Anquetil, Merckk, Hinault e Indurain) con 5 maglie gialle. Più Jonas Vingegaard che Remco Evenepoel, che correrà alla Red Bull, proveranno a rovinargli i piani. Primi due arrivi in salita a Les Angles e Gavarnie-Gèdre dopo Aspin e Turmalet sui Pirenei. Poi Le Lioran nel Massiccio Centrale, Markstein e il debuttante Plateau de Solaison su Jura e Vosgi. Gran finale sulle Alpi con Orcieres Merlette, dove nel 1971 Merckx fu battuto da Ocaña, e sull’Alpe d’Huez, dove la corsa arriverà per due giorni di fila (il secondo da un versante inedito il Col de Sarenne dopo Croix de Fer e Galibier) nella terzultima e penultima tappa. Gran finale? A Parigi, con ancora il circuito spettacolare di Montmartre ma più possibilità per gli sprinter: ultimo passaggio al Sacro Cuore a 15 km dall’arrivo e non a sei come lo scorso luglio.

Già i velocisti. La maglia verde uscente, il friulano Jonathan Milan, nel 2025 due tappe, sarà ancora l’unica concreta speranza italiana di lasciare il segno alla Grande Boucle. Potrà cacciare una vittoria a Pau, Bordeaux, Bergerac, Nevers, Chalon-sur-Saône Voiron e forse Parigi. Pochino, ma abbastanza per farlo tornare in Francia. Gli organizzatori, però, ci hanno dato una pacca sulla spalla, lo slogan scelto per il Tour 2026 è “In crescendo”. E se i francesi scelgono la lingua di Dante è già un successo no?

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