Da Roseto alla Coppa Italia: Danilo Quaglia ricorda l’impresa e guarda a Cividale
Il tecnico rosetano ripercorre la vittoria del 2022 e parla della Gesteco di oggi: «Una squadra che gioca con intensità e una società diventata un punto di riferimento nazionale»

Domenica la Gesteco Cividale farà ritorno al PalaMaggetti di Roseto per la prima volta dopo la bruciante sconfitta in finale di Coppa Italia di Serie B, risalente al 13 marzo 2022 e rimediata proprio contro i padroni di casa. Uno degli artefici di quel successo è stato coach Danilo Quaglia, capace di guidare la squadra della sua città al primo trofeo nazionale dopo 22 anni di assenza. Quest’anno il tecnico ha rinunciato a sedere in panchina, dedicandosi al suo primogenito Leonardo.
Come procede la vita da padre?
«Sta andando benissimo, Leo ha 4 mesi e cresce in fretta, siamo molto felici».
a scelto per lui di prendersi un anno di stop?
«Cercavo una sfida professionale diversa: dopo dieci anni in A2 volevo provare la Serie A. Brescia mi aveva contattato, pareva quasi fatta ma poi le cose sono andate diversamente. Con il tempo ormai agli sgoccioli, ho preferito dedicarmi completamente a mio figlio».
Tra un viaggio e l’altro...
«Sì sto viaggiando tanto, facendo visita a degli allenatori di cui ammiro l’idea di gioco; sono stato ospite del Baskonia di Galbiati e della Parigi di Tabellini, per esempio. Amo la pallacanestro dinamica, fondata su intensità, contropiede, canestri nei primi secondi e grande aggressività, anche in attacco. Serve grande atletismo, ma credo si stia andando in quella direzione».
Torniamo però al passato: ci racconti dell’emozione della Coppa Italia nella sua Roseto.
«È stato bellissimo. Ricordo che avevamo la sensazione di non poter perdere contro nessuno, nonostante avessimo avuto problemi con il Covid. In una partita di episodi come quella finale, la componente mentale conta molto. La mia squadra poi giocava per la maglia e questo al PalaMaggetti vuol dire giocare con un uomo in più».
A proposito: squalifica scontata, che partita si aspetta con la Gesteco?
«Non giocare a porte chiuse sarà un fattore. Cividale farà la sua partita, giocando con la sua faccia tosta che mi piace molto. Sarà interessante vedere come Roseto proverà a impedir loro di correre e a contenerne l’energia. È una gara importante: per la Ueb vorrebbe dire consapevolezza, per Roseto punti d’oro in classifica».
Come vede Cividale?
«Non mi ha mai sorpreso la sua crescita. Ha proprietà consapevole e competente, che si è affidata a un progetto chiaro affidato a un grande allenatore. Sono rimasti coerenti nei momenti difficili e ora sono un riferimento nazionale per tanti giovani, come Trento. Hanno chiuso un ciclo senza smarrire la propria identità e sono una realtà solida e affermata. Giocano con energia e fisicità unica, ogni avversario sa che dovrà scendere in campo con il 100% del proprio agonismo e della propria energia o non reggerà il confronto».
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