Dalla serie B alla disoccupazione Fabbro paga il crack del Chievo

LA STORIA
Tutto sembrava andare per il verso giusto: era reduce da una buona stagione, aveva conquistato i play-off, era pronto ad affrontare un torneo da titolare. Nel cuore dell’estate, pochi giorni dopo l’inizio del ritiro, il fulmine a ciel sereno: il Chievo Verona non si iscrive alla serie B. La società tenta tutto il possibile per rimanere in vita, ma non c’è niente da fare. Tutti i giocatori vengono svincolati. E tra questi c’è il friulano Michael Fabbro.
È passato un mese ma l’attaccante di San Daniele, classe 1995, è ancora senza squadra. Il calcio è anche questo: un’atleta si ritrova nel cuore della sua carriera, inizia a prendere le misure con il campionato cadetto, dimostra di poterci stare alla grande dopo anni in Lega Pro, quindi per cause di forza maggiore si trova senza lavoro.
«Mi sono trovato in una brutta situazione, perché non ci posso fare niente – ha ammesso sconsolato il friulano, cresciuto nel Milan – È stato veramente un fulmine a ciel sereno. Il giorno prima di salire in ritiro erano circolate le prime notizie relative alla mancata iscrizione del club alla serie B. La dirigenza aveva detto a noi calciatori di rimanere tranquilli, che tutto si sarebbe sistemato. Purtroppo col passare dei giorni la situazione non è migliorata. Era impensabile che una società come il Chievo non potesse partecipare al campionato. Eppure è successo».
E da quel momento Fabbro è entrato ai box. Un vero peccato per lui, che era stato ingaggiato a titolo definitivo dai gialloblù nell’estate del 2018 dal Bassano. Dopo il prestito al Siena in serie C (con 25 presenze e 2 gol), quindi il trasferimento a titolo temporaneo al Pisa neopromosso in B (20 gettoni e 1 rete), infine il rientro in piante stabile alla base: col “Ceo” nel 2020-’21 aveva totalizzato 29 partite e 2 centri, di cui 1 al Pordenone. «Ero destinato ad avere uno spazio sempre più importante – ha continuato –. Ho cominciato a sentire mia la categoria, quello del Chievo era diventato il mio ambiente e con la dirigenza si era parlato di rinnovo del contratto (sarebbe scaduto a giugno 2022, ndr). Purtroppo è andata così. Intanto il campionato è ricominciato, non è facile trovare squadra».
Anche altre punte dei veronesi sono ai box con lui: Djordjevic, Margiotta e Pucciarelli. Pure Viviani, centrocampista di 21 anni, reduce da 31 presenze in B coi veronesi, è fermo. «Mi tengo pronto, in attesa di una chiamata – ha spiegato Fabbro –. Sono tornato a casa a Povoletto, mi alleno da solo sul campo dell’Ol3 di Marsure di Sotto. Mi segue il preparatore atletico Pietro Martinuzzi. Se dovesse arrivare l’opportunità giusta, avrei il doppio della voglia che avevo di solito: sto male a vedere le partite in tv, a vedere gli altri giocare. Solo quando ti trovi ai margini – ha chiuso – ti accorgi di quanto prima era fortunato. Davi tutto per scontato».
L’occhio cade al telefonino, perché ogni giorno può essere quello buono. Non resta altro che aspettare la telefonata giusta. —
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