Dalla maglia tricolore al Mondiale in Italia ma con la Svizzera: il record di Gasparotto

Il friulano, da un anno cittadino rossocrociato, correrà a Imola il 27 «Un’emozione unica, è la prima prova iridata in 16 anni di carriera» 

LA STORIA

aNTONIO sIMEOLI

Sogno coronato, a 38 anni suonati. Con due Amstel Gold Race in bacheca e, ormai 15 anni fa al primo anno da professionista, il campionato italiano professionisti 2005.

Enrico Gasparotto, il friulano di Casarsa della Ntt è stato convocato per il Mondiale di Imola del 27 settembre dal ct della Svizzera, nazione per cui corre dall’estate del 2019 dopo aver preso la cittadinanza rossocrociata per matrimonio.

Gasparotto vive a Lugano da oltre dieci anni, si è trasferito nella città del lago dopo il matrimonio con la sua Anna, la manager di origine polacca e cittadina svizzera, ora apprezzata procuratrice sportiva. Dopo sfiorato in diverse stagioni la maglia azzurra in una prova iridata e averla indossata solo agli Europei 2016, un anno fa la scelta di diventare svizzero anche con l’obiettivodi correre i Mondiali “in casa” di Aigle-Martigny e magari le Olimpiadi di Tokyo.

Ci ha pensato la pandemia, poi, a caricare anche di significati extrasportivi la convocazione. La Svizzera, infatti, proprio per il Covid, ha deciso di rinunciare ai Mondiali e così Gasparotto si è trovato in un colpo solo dal correre un Mondiale nella nuova casa, la Svizzera, a partecipare alla gara più importante dell’anno per un cacciatore di classiche come lui, nella sua…vecchia casa visto il “ripescaggio” di Imola.

Una prima volta senza precedenti nel ciclismo e nello sport in genere.

Un ex campione d’Italia che decide di cambiare cittadinanza e corre il Mondiale in Italia con la maglia di un’altra Nazione? Un unicum cui Gasparotto ha fatto in fretta ad abituarsi: «Sarà una grande emozione. A 38 anni e alla sedicesima stagione da pro, avrò l’opportunità di correre un Mondiale. Farlo con un capitano forte come Marc Hirschi in un Mondiale italiano…avrà un sapore ancora più speciale».

Poi Gasparotto, più che mai cittadino d’Europa e legato a filo doppio al suo Friuli e alla sua Casarsa («che resteranno sempre la mia vera casa»), ha un pensiero per la terra che l’ha accolto.

«Sarà un’opportunità per ripagare la Svizzera, un paese che mi sta dando tanto».

È concentratissimo Enrico, finita la Tirreno Adriatico è salito in un rifugio a oltre 2.800 metri di quota sopra Bellinzona per rifinire la preparazione. Con lui l’ “uomo jet” azzurro Filippo Ganna e il giovane compagno di squadra Matteo Sobrero.

Gasparotto, per dieci anni sicuramente, viste vittorie e piazzamenti, l’italiano che si è comportato meglio nelle classiche del Nord, sarà nella Svizzera il “regista” in corsa assieme al 40enne Michael Albasini (Mitchelton) all’ultima recita. Silvan Dillier (Ag2r), Simon Pellaud, (Androni) e Michael Schär (Ccc) correranno tutti per la stellina della selezione, il 22enne Marcel Hirschi, vincitore di tappa e autentica rivelazione al Tour de France.

«Sto cercando di gestire le emozioni, per poi sprigionare la forza al Mondiale», ha chiuso il casarsese. Mamma Luigina e papà Toni, a Casarsa il 27 settembre, dovranno solo abituarsi a cercarlo in gruppo con la maglia rossocrociata. E il percorso, con quelle due salite toste attorno al circuito di F1 di Imola assomiglia tanto a una delle classiche del Nord che a lui tanto piacciono, Amstel Gold Race, vinta nel 2012 e 2016, o Liegi Bastogne Liegi dove salì sul podio nel magnifico 2012 e solo due stagioni fa, nel 2018, finì sesto. Insomma, debutto mondiale, ruolo di regista, ma il casarsese andrà tenuto d’occhio eccome nel finale di gara dagli azzurri, su tutto Vincenzo Nibali, vicino di casa a Lugano e con cui si allena abitualmente. Enrico Gasparotto tornerà in Italia, a casa sua con la maglia della sua nuova casa. E il Friuli nel cuore. Un intreccio di emozioni. Da guinnes dei primati. —

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