Comuzzi, il calcio visto da tutte le latitudini

Giocatore, arbitro e dirigente: «Il mondo degli amatori è aperto a ogni tipo di novità regolamentare»

UDINE. Giocatore, arbitro, dirigente. Prima giocatore, poi arbitro, quindi dirigente, questo l’excursus di Bruno Comuzzi da Tavagnacco, classe 1959, sposato con Magda e padre di Jessica.

Come giocatore inizia con il Tolmezzo (4 anni) nel 1974, poi Reanese (4 anni), Tavagnacco (4 anni), quindi Spilimbergo e San Daniele. Negli anni 90 decide di dire basta con il calcio giocato e indossa la casacca di arbitro:

«Come calciatore avevo sempre visto l’arbitro come un avversario da combattere – racconta Comuzzi – poi ha preso la decisione di mettermi dall’altra parte della barricata per provare nuove sensazioni e per guardare il calcio sotto una luce molto diversa. Ho deciso di aderire al mondo amatoriale diventando arbitro della Lega Calcio Friuli Collinare».

Le sue riconosciute capacità lo hanno poi portato a diventare in successione responsabile del settore arbitrale, quindi responsabile dell’attività ed infine segretario della presidenza: «Tutte esperienze che mi hanno maturato a livello umano e consentito di allacciare rapporti interpersonali che mi hanno a livello professionale molto arricchito – annuisce Comuzzi – pur dovendo confrontarmi con idee e programmi che molto spesso non collimavano con quelli dei miei interlocutori, ma sono contraddittori che servono in ottica futura».

Qual è oggi lo stato di salute del Collinare? Comuzzi risponde così: «Dopo l’era Lunetta, l’elezione alla presidenza della Lcfc di Daniele Tonino ha indubbiamente rappresentato un ricambio generazionale – spiega – con maggiore apertura verso le società e minore rigore anche se il problema arbitrale rimane una delle spine del Collinare, ma assieme ai responsabile del settore stiamo lavorando per trovare le giuste soluzioni».

All’interno della Lcfc c’è una continua ricerca di normative che vanno in netto contrasto con le linee guide del calcio che tutti conoscono: «Il mondo amatoriale – afferma Comuzzi – deve avere una sua precisa identità ed essere costantemente aperto a qualsiasi tipo di novità poi sarà il tempo e il campo a dire se le scelte sono state azzeccate o se sono bisognose di miglioramenti. Non va nemmeno escluso qualche passo indietro».

Da questa stagione sono stati aboliti i play-off: «In questi ultimi anni – chiude Comuzzi – molte società hanno dimostrato una sempre più disaffezione verso la coda del campionato, tanto che le finali erano riservate a pochi intimi,da qui la decisione di abrogarli. Quindi il campione del Collinare sarà la squadra prima classificata del girone di Eccellenza al termine delle 22 giornate, mentre immutate restano promozioni e retrocessioni nelle varie categorie».

 

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