Coach Menetti, ex di Treviso, anticipa la sfida salvezza del Carnera: «Per l’Apu può essere la gara della svolta»
Coach nativo di Palmanova con lunghi trascorsi in panchina nella Marca: «Udine è una squadra con un’identità ben precisa, sia offensivamente che difensivamente, deve solo chiudere un nuovo cerchio con l’innesto di Christon»

Apu, può essere la partita della svolta. Ne è convinto Max Menetti, coach nativo di Palmanova con lunghi trascorsi in panchina a Treviso.
In questa stagione sta osservando il classico anno sabbatico, ma non rinuncia ad abbondanti scorpacciate di pallacanestro, essendo uno dei talent della neonata LbaTv, il canale tematico lanciato a settembre dalla Lega Basket.
Menetti, quanto pesa questo derby triveneto?
«Siamo appena a un terzo della stagione regolare, quindi non è una partita decisiva. Detto che tutte le partite sono importanti, credo che entrambe vorrebbero dare continuità ai risultati recenti: se Udine vince sale a tre vinte nelle ultime quattro, una bella svolta in un campionato condizionato finora da vari problemi (infortuni, la sospensione di Hickey). Treviso, invece, è partita male e si è appena sbloccata».
Come cambia secondo l’Apu con l’innesto di Christon e l’uscita di Hickey?
«Nella sfortuna Udine è stata fortunata a colmare subito un vuoto, e non è scontato perché tutti stanno cercando i cosiddetti “handler”. Christon è diverso da Hickey, ma può dare una grossa mano come si è visto contro Napoli, anche perché Vertemati l’ha inserito nel modo giusto. Il vero cambiamento è la perdita di un giocatore cardine dell’ultimo anno e mezzo: serve tempo per assestare le nuove dinamiche».
Come cambia invece Treviso con gli arrivi di Pinkins e Radosevic?
«Probabilmente non c’è un cambio radicale nel modo di stare in campo. I due nuovi portano esperienza ed energia positiva, che serve perché quando inizi così male si crea una certa negatività. Domenica scorsa Treviso è stata brava ad approfittare con grande concretezza dei problemi di Cantù in trasferta».
Qual è la sua chiave di lettura del match di domenica?
«Udine è una squadra con un’identità ben precisa, sia offensivamente che difensivamente, e deve solo chiudere un nuovo cerchio con l’innesto di Christon, che prendendo in mano la squadra porterà continuità. Treviso deve cavalcare l’onda positiva del successo ottenuto su Cantù».
Chi ha più margine di crescita fra le due squadre?
«È evidente che l’Apu, per quello che ha fatto vedere in campo meriterebbe 2 o 4 punti in più. Ha anche il vantaggio della continuità tecnica di Vertemati. Treviso è in una situazione diversa, in estate ha ricostruito da zero».
L’Apu però ha due stranieri come Brewton e Dawkins che non stanno rendendo affatto.
«Brewton lo conosco bene avendo allenato in Lituania l’anno scorso. Credo che sia lui che Dawkins siano quelli che hanno sofferto maggiormente l’assenza di Hickey a inizio stagione. Per questo dico che Christon può aiutarli. Aggiungo una cosa: a volte accade che i tempi d’inserimento di un giocatore non si allineano con quelli della squadra, che non può aspettare».
Chiudiamo con uno sguardo al suo nuovo ruolo: com’è l’esperienza con LbaTv?
«Molto positiva, c’è un livello di professionalità molto alto grazie ad Alessandro Mamoli e l’azienda Deltatre. Tutto il gruppo di lavoro è motivato a valorizzare questo nuovo prodotto».
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