Cividale perde un altro derby

Contro Trieste il secondo stop di fila dopo quello con Udine. Termina l’esperienza in Supercoppa, ma i tifosi applaudono

Simone Narduzzi

CIVIDALE. Termina con un ko, il secondo consecutivo, l’esperienza della Gesteco in Supercoppa. Nel derby con Trieste, a passare sono i giuliani ospiti, 76-86 il punteggio finale.

Pronostico rispettato, dunque, con le Eagles comunque in grado di tener botta di fronte ai più quotati avversari: grazie alla performance del solito Redivo, ai primi sprazzi di gioco messi in campo da tutto il gruppo ducale.

E pure a quell’attitudine cara al pubblico di fede ducale. Che, in risposta, ha così accolto il risultato, comprensivo. Fra gli applausi. Applausi anche a Trieste, nel pre-partita. E per qualcuno sarà già notizia.

Col fair-play, ormai piacevole abitudine in casa Ueb, si apre la serata del derby, il secondo, fra le Eagles e gli ospiti alabardati. Serata sin dall’avvio caldissima, non solo per gli ultimi acuti di un’estate al tramonto: è on fire via Perusini, non satura ma da subito in clima partita.

L’habitat ideale per un sanguigno come Furin: il lungo ducale aziona le sue leve, sin dai primi minuti dell’incontro. Prima apre le marcature, poi segna subendo il fallo, per il momentaneo 12-12. In mezzo a questo equilibrio, la bomba del buon Redivo.

Da segnalare, non fosse perché tirata dalla vicina Rualis. L’argentino si ripete, fa +3 Cividale. Musica per le orecchie del “Pilla”, che intanto mescola e rimescola i suoi, senza che l’apporto dei vari interpreti subisca cali di tensione.

Si lotta su ogni pallone, anche sull’ultimo del primo quarto, palleggiato da Furin verso il canestro, un’Ave Maria sulla quale piomba l’accorrente, provvidenziale, Miani: tap-in e Trieste sotto. Di due, giusto un sussulto: tripla Deangeli e break ospite.

Candussi ribadisce lo strappo e da sotto fa 26-33. Ma non c’è sentore di fuga nell’aria, almeno per il momento.

Dopotutto, i padroni di casa segnano: segna Miani, aprendo il contro-parziale gialloblù; la mette, dall’angolo, anche Mastellari, che si presenta al suo nuovo tifo rimettendo la squadra in pista.

Poi, d’improvviso, il black-out. Per la Ueb, laddove Trieste brilla, Filloy e Brooks ad accendere i riflettori sulla compagine di coach Christian. Pioggia di triple e, in un amen, giuliani a +13. Sugli spalti, affiancato dal fido assistente Pomes, il tecnico dell’Apu Vertemati osserva, prende appunti per quando toccherà ai suoi placare gli impeti dei biancorossi.

Dal canto suo, Cividale si attrezza armando subito Marangon, servito al termine di un paio di azioni al bacio, corali, gestite come piace a coach Pilla.

A referto vanno anche Redivo e Miani, ma il padrone del gioco, man mano che il tempo passa, resta Marangon. Il pallone, in questi frangenti, è suo e lo mette dove vuole lui. Soprattutto, da dove vuole lui: altro centro dai 6,75 e friulani in odore di aggancio.

Dall’altra parte, tuttavia, c’è un tale Brooks a fare il bello e il cattivo tempo: l’americano di Trieste, insieme a Campogrande, costringe Rota e compagni agli straordinari. Inutile, però, forzare la mano.

Il finale di gara, quindi, è appannaggio degli ospiti. Con buona pace dei Pilla boys: per loro, a fine gara, gli applausi. Applausi anche per Trieste: al PalaGesteco va così.

E così andrà, ne siamo sicuri, anche quando la faccenda si farà più seria.

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