Cividale, Mastellari è già carico: «Cerco il salto di qualità, non puoi resistere alla chiamata del Pilla»

Il tiratore bolognese ha debuttato al Camp delle Eagles. «Siamo nel girone più duro con tante squadre che vogliono la serie A»

Simone Narduzzi
Martino Mastellari con il ds Eagles Massimo Fontanini
Martino Mastellari con il ds Eagles Massimo Fontanini

CIVIDALE. Seguìto ormai da tempo dal presidente della Ueb Davide Micalich, Martino Mastellari è finalmente approdato alla sua corte, ad oggi dislocata in quel di Lignano.

Le sue prime ore da aquila, dunque, il classe ’96 ex Chieti, certezza per la Serie A2, le ha trascorse ieri nelle strutture del Bella Italia Efa Village, sede del primo Mep Academy Eagles summer camp.

L’abbraccio dei giovani partecipanti all’esperienza ducale ha così dato alla new entry gialloblù, bolognese di scuola Fortitudo, un assaggio del calore che lo attende fra le mure del PalaGesteco.

A due passi dal mare, per Mastellari, qualche tiro dalla distanza, sua specialità, esercizi di ball handling, parecchi sorrisi: difficile iniziare al meglio l’avventura col nuovo club.

Mastellari, appena arrivato è subito in pista: com’è andato il suo passaggio al summer camp gialloblù?

«Molto bene, ho incontrato tanti futuri giocatori. Oggi vedrò la mia nuova casa, poi tornerò a Bologna: mi aspettano i quarti di finale del torneo dei Giardini Margherita. Da buon bolognese, non manco mai a questo evento».

È stato l’ultimo degli annunci fatti nei giorni scorsi dalla Ueb: ma quanto è servito, in realtà, per convincerla a unirsi alle Eagles?

«Devo dire che è stato tutto molto rapido: coach Pillastrini mi ha chiamato, abbiamo fatto due chiacchiere e due giorni dopo ho firmato. Diciamo che alla chiamata del Pilla non si può resistere».

Con quali sentimenti si approccia a questa nuova avventura in gialloblù?

«Sono molto carico, so di aver trovato una società che lavora bene. Poi avevo già giocato con Miani e anche lui mi ha parlato molto bene del club.

Inoltre, ho già giocato anche con Bartoli e Berti, quindi mi approccio con grande entusiasmo alla prossima stagione. Proprio l’entusiasmo dovrà essere il nostro mantra, considerato anche il girone di fuoco che ci attende».

Sul piano anagrafico, ma non solo, può già essere considerato uno dei veterani del gruppo. Cosa sente di poter dare ai suoi compagni quest’anno?

«In primis la mia esperienza. In campo, nei momenti più tosti, cercherò di essere quello che dà una strigliata, una parola, una pacca. Ci aspettano un sacco di partite difficili: io cercherò di mantenere tutti tranquilli, anche se, visti i ragazzi da cui è composto il roster, ritengo che questo non sarà un problema.

Come gruppo dovremo lavorare tanto, ma abbiamo tutte le qualità per poter fare un ottimo campionato».

Ha accennato al cammino che vi attende nel prossimo campionato: il vostro sembra il girone più duro.

«Non sembra, lo è. Fra i due nuovi gironi di A2 c’è una disparità di quelle grosse. Il nostro, secondo me, è il girone più duro: basti pensare che nel nostro girone, il Rosso, ci sono le due neo-retrocesse, nell’altro invece le due neo-promosse.

Incontreremo tante squadre attrezzate per provare a fare il salto di categoria, tante piazze da A1: ma questo renderà il campionato ancora più bello».

Cosa crede che possa darle, sul piano sportivo, questa esperienza in Friuli?

«Sono sincero: penso che un anno col Pilla mi possa aiutare molto nel fare definitivamente quel salto di qualità che sto cercando. Poi il fatto di trovarmi all’interno di un gruppo giovane può darmi maggiore voce in capitolo rispetto ad altri anni: questo penso possa essere lo step definitivo per arrivare alla mia completa maturazione».

Inizierete il torneo con un solo straniero: la cosa la spaventa?

«A dire il vero, la scelta fatta dalla società mi sembra molto intelligente. A inizio anno, non sempre si azzeccano entrambi gli stranieri e questo può portare a dei problemi negli equilibri del roster.

Condivido l’idea di voler partire con una base solida di ragazzi italiani, che lavora bene, con uno straniero come Redivo già ben inserito nel progetto. Poi magari arriverà il momento del secondo straniero.

È chiaro che questa politica responsabilizza ancor di più tutti noi».

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