La Gesteco sconfitta a Pesaro: finisce 91-77
Cividale va sotto anche di 15 punti, poi recupera e lotta. Ma i padroni di casa fanno la differenza sotto le plance

Non riesce l’impresa alla Gesteco Cividale, troppo pesanti le assenze di Martino Mastellari e Gabriele Miani – in campo solo 4’ e non al 100% – contro un avversario come Pesaro. La Carpegna si impone per 91-77, soffrendo più del previsto ma controllando la gara per 35’.
Nella grigia e malinconica veste invernale della città marittima, alla leggera pioggia e alle tristi nubi si oppone il festoso clima della Vitrifrigo Arena. La Vuelle in casa non perde dal 10 novembre e i tifosi biancorossi danno tutto affinché ciò non cambi. Tra i 4.700 sostenitori di casa sbucano i 20 tifosi friulani, assieme a due ospiti d’eccezione: Tommaso Pillastrini – figlio del coach gialloblù – e Alessandro Ferrari, fratello maggiore del 24. All’ingresso in campo le Eagles vengono accolte tra gli applausi, fatta eccezione per Giacomo Dell’Agnello, bersaglio dei fischi dei padroni di casa.
L’arena osserva un minuto di silenzio in memoria di Angelo Francesi, compianto sindaco di Carpegna, poi lo spettacolo ha inizio. King e Maretto aprono le marcature, mentre i primi 3 tiri dall’arco dei friulani si spengono sul ferro; è Ferrari a sbloccarli, realizzando 4 punti in fila che valgono il 5-4. Il fallo di Dell’Agnello manda Ahmad in lunetta per 3 tiri liberi e scatena una tempesta di fischi sul 77, che al solito trae energia di questo trattamento. I suoi due canestri realizza propiziano il primo vantaggio ospite, messo a referto da Ferrari (8-10). La lotta continua serrata ed equilibrata fino al primo intervallo, chiuso avanti dai marchigiani; la vera notizia è il rientro sul parquet di Gabriele Miani dopo 7 gare di assenza, anche se dura solo 4’.
La Vuelle riparte con un parziale di 5-0, interrotto da Dell’Agnello con un canestro e fallo; all’errore dalla lunetta del livornese si alza una vera e propria ovazione dal pubblico, su cui va aperta una piccola parentesi. Non è bello vedere un padre apostrofare un avversario con i peggiori epiteti, incoraggiando perdipiù il figlioletto a fare lo stesso. Non sono questi i valori dello sport.
Nella parte centrale del quarto i padroni di casa piazzano un parziale di 12-3 che pesa come un macigno sugli equilibri del match, così come lo 0/17 dall’arco degli ospiti. Una tripla di Moretto riscrive il massimo vantaggio a +15 (40-25), Rota ricuce fino al -9 su cui si va al riposo lungo. Cividale non si perde d’animo. Ferrari rompe il sortilegio e realizza la prima tripla dei friulani, Lamb lo segue a ruota con 5 punti consecutivi e si torna a -5 (47-42).
Il duello continua serrato: ogni volta che Cividale sembra rientrare uno dei due stranieri pesaresi riporta i compagni a distanza di sicurezza. I friulani non mollano. L’anima di questa squadra è tutta nell’ultimo tiro: la tripla di Lamb si spegne sul secondo ferro, a rimbalzo Ferrari sporca la sfera, raccolta in tuffo da Berti e consegnata a Rota, che dall’angolo sulla sirena manda a referto il 64-61. Si decide tutto negli ultimi 10’.
La Carpegna ha in mano la gara, allunga possesso dopo possesso e torna a +10 con la tripla di Petrovic, anche se il protagonista è l’ex Apu De Laurentis, autore di 8 punti nel quarto. 2’ dalla fine Redivo commette un fallo antisportivo su Bucarelli che di fatto chiude il match. Capitan Imbrò mentre il sigillo: 89-74. Nel finale si gioca solo per provare a difendere il +11 del PalaGesteco, senza successo: finisce 91-77.
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