Caroti mentality, così l’Apu può diventare grande: «Difesa, difesa, testa bassa e pedalare fino in primavera»
Il play, superlativo contro la Fortitudo Bologna, è uno dei leader di Udine: «Andiamo a Forlì per vincere»

UDINE. Con un Caroti così, l’Apu è in buone mani davvero. Sono mani caldissime, viste le percentuali al tiro, ma sono anche mani di uno che ha una mentalità vincente ed è diventato in poco tempo uno dei leader del gruppo bianconero.
È lui a fare da tramite fra la partita trionfale di mercoledì e quella tostissima che attende l’Old Wild West in quel di Forlì.
Caroti, cosa rappresenta per l’Apu il successo sulla Fortitudo?
«È una vittoria da due punti e stop. La gara è stata interpretata bene, davanti a un grande pubblico abbiamo offerto un bellissimo spettacolo. Però resta una partita singola, giocata a novembre. I conti si fanno più avanti».
Ripensando a mercoledì, è più importante sottolineare le 20 triple realizzate o i solo 56 punti subiti?
«I 56 punti subiti, perché se segni 20 triple e non difendi, rischi di perdere. Se invece subisci 56 punti, hai grandi possibilità di vincere le partite».
Dove può ancora migliorare quest’Apu?
«Ad oggi sotto tutti gli aspetti del nostro gioco. C’è sempre da lavorare, la mia filosofia è “testa bassa e pedalare fino a primavera”. I play-off sono come gli esami di stato, arrivano alla fine».
In vista di Forlì c’è più adrenalina per la grande vittoria o più stanchezza per lo sforzo profuso?
«È normale che ci sia un po’ di stanchezza, avendo giocato mercoledì, ma questo non vuol dire che andremo a giocare a Forlì senza intensità. Noi andiamo là per vincere».
La sfida di domenica 19 novembre è un esame di maturità per voi?
«No. Se vinciamo sarà la prima vittoria in trasferta contro una big, ma sempre ottenuta a novembre. Niente da salutare come se fosse un evento speciale. La gare che contano arrivano più avanti».
Che partita si aspetta a Forlì?
«Sono sicuro che sarà una battaglia. Loro si cercano, si passano la palla, giocano ad alto ritmo e sono sospinti dal palasport. Servirà una grande prova, di testa e di massima concentrazione».
La sensazione è che in quest’Apu tutti siano utili, ma nessuno indispensabile. Conferma?
«È assolutamente vero. Secondo me, allo stato attuale, è proprio questa la nostra forza. Tutti fanno un passo indietro per il compagno. Le gerarchie vengono in modo naturale, non c’è bisogno di parlare: questo è sinonimo di intelligenza».
Lei è un esperto di promozioni, ne ha ottenute due negli ultimi due campionati. Crede che l’Apu sia sulla buona strada?
«Penso che stiamo facendo un ottimo lavoro, ci stiamo calando benissimo nelle dinamiche, merito di un gruppo molto affiatato. Giorno dopo giorno stiamo aggiungendo un mattoncino per volta, poi è chiaro che per ottenere la promozione saranno determinanti tanti fattori, anche un pizzico di fortuna. Noi però proviamo a creare qualcosa di grande».
A Verona e a Trieste avete rimediato due sconfitte. Che errore non va ripetuto a Forlì?
«Non dobbiamo farli accendere. Puntiamo a mettere sabbia nei loro ingranaggi, bisogna fare una partita fisica per 40 minuti. A Verona l’abbiamo fatto, ma non per tutta la gara, a Trieste invece non abbiamo fatto canestro. Servirà una difesa forte, dovremo passarci la palla e prendere rimbalzi per poter correre in attacco. Per farla breve, bisogna fare una partita attenta, solida. Soprattutto in difesa».
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