Carolina Kostner squalificata 16 mesi “per amore”. «Ho subìto un’ingiustizia»

ROMA. Un giorno amaro. Carolina Kostner paga per doping, un anno e quattro mesi di squalifica che inizia da oggi e terminerà il 16 maggio 2016. Così, salvo ribaltamenti in appello, starà scritto nel...
Carolina Kostner in una foto d'archivio del 22 Novembre 2005. ANSA / DANILO SCHIAVELLA
Carolina Kostner in una foto d'archivio del 22 Novembre 2005. ANSA / DANILO SCHIAVELLA

ROMA. Un giorno amaro. Carolina Kostner paga per doping, un anno e quattro mesi di squalifica che inizia da oggi e terminerà il 16 maggio 2016. Così, salvo ribaltamenti in appello, starà scritto nel suo curriculum, sulle pagine di wikipedia e sulle sue pur brillanti biografie sparse ovunque sul web. Che poi sia stato un caso d’amore, legato al suo ex fidanzato Alex Schwazer, lui sì dopato, al Tribunale Nazionale Antidoping è interessato relativamente. Diciamo niente. Due magre consolazioni: la prima in mattinata quando il procuratore capo della procura Antidoping, Tammaro Maiello, concludeva la sua requisitoria abbassando la richiesta di pena da 4 anni e tre mesi a due anni e tre mesi in base alla “Lex mitior”, legata al passaggio dalle vecchie NSA (Norme Sportive Antidoping) al nuovo Codice CSA. La seconda, forse ancora più importante dal punto di vista morale, è la stessa sentenza del Tna presieduto da Luigi Fumagalli, che la scagiona dalla violazione dell’art. 3.3 delle vecchie NSA, vale a dire «omessa denuncia» relativamente alla frequentazione di Schwazer con il medico inibito, Michele Ferrari.

Insomma, resta solo quella squalifica... per amore. Dura da digerire, tanto che la pur glaciale Carolina nel farsi largo tra le tantissime telecamere che cercano di scorgerla in viso, non riesce a trattenersi e letta la sentenza tuona: «Contenta di certo non sono, anzi sono molto amareggiata, molto delusa. Ma molto determinata nell’andare fino all’ultimo grado di giustizia. Di più non aggiungo perchè voglio prima leggere le motivazioni e poi ci saranno altre cose da dire. Se penso di aver subito un’ingiustizia? Sì». Contestualmente, il Tna afferma la responsabilità della pattinatrice di bronzo a Sochi 2014 per la violazione dell’art. 2.8 delle NSA che punisce chi è colpevole di «fornire assistenza, incoraggiamento e aiuto, istigare, dissimulare o assicurare ogni altro tipo di complicità intenzionale in riferimento a una qualsiasi violazione o tentata violazione» delle Norme Sportive antidoping.

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