Burgnich, gli 80 anni di un grande friulano. E lui subito chiede: «La mia Udinese si salva?»

Il telefono squilla due volte. E appena sente che la chiamata arriva dal Friuli la prima domanda la fa lui. «Ma l’Udinese si salva?». Tarcisio Burgnich oggi compie 80 anni, vive in Toscana, ma non si è dimenticato del Friuli e della squadra della sua terra con la quale esordì in serie A. Un monumento del calcio, forse un po’ troppo sottovalutato visto anche quanto ha vinto.
Burgnich, noi veramente l’avevamo chiamata per il suo ottantesimo compleanno che ricorre oggi ...
«Grazie. Sto abbastanza bene, qualche dolorino qua e là salta fuori, del resto con tutte le botte che ho dato e preso in carriera. Ma non posso lamentarmi, sono arrivato a ottant’anni e conto di allungare ancora per un po’ la mia vita».
Che ricordi ha della sua infanzia?
«Le prime immagini che mi vengono in mente sono le partite nei prati con il pallone fatto con le calze di nailon degli americani. Non c’erano quattrini e bisogna arrangiarsi. A volte si riusciva a ripiegare con le palline da baseball lasciate lì dai soldati Usa».
Burgnich calciatore dell’Udinese?
«Avrei dovuto andare alla Sampdoria, ma mio padre mi disse che non se ne parlava di allontanarmi così tanto da casa. Andai a Udine e poi alla Juventus».
La squadra del cuore, visto quello che ha vinto in nerazzurro, è l’Inter. Come valuta oggi la squadra di Spalletti?
«I giocatori sono buoni. Io credo che la differenza la faccia soprattutto la società. Io ho giocato anche alla Juve e là è vietato sgarrare. Quella è roba seria ...».

Il calcio di oggi e quello dei suoi tempi. Due mondi lontanissimi?
«Sì. Quelli della mia generazione erano animati esclusivamente dalla passione. Giocavamo a calcio dalla mattina alla sera, non avevamo altre distrazioni. I ragazzi di oggi, invece, non hanno solo il pallone. Oggi il calcio è una professione e pure molto remunerativa».
Il calcio le piace ancora? Qualche partita la guarda?
«Sì, ma non tante».
Già che ci siamo parliamo anche dell’Udinese. Il club friulano sta vivendo un’altra stagione tribolata. Che impressione si è fatto da lontano?
«Onestamente la situazione è complicata anche perché il calendario adesso propone due sfide proibitive con Atalanta e Inter. Bisogna sperare che l’Empoli nelle prossime due gare non guadagni punti sull’Udinese. Poi tra Frosinone, Spal e Cagliari qualche punto si può portare a casa».
Lei pensa che la terza retrocessa uscirà tra Udinese ed Empoli?
«Sì. Il Bologna è in grande crescita e anche il Genoa comunque ne verrà fuori».
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto