Bettiol, dopo il super Fiandre: «Fantastico: è solo l’inizio»
Dopo l’esaltazione, la consapevolezza. Alberto Bettiol, il giorno dopo essere salito sul trono del Giro delle Fiandre, rivive i lunghi minuti che lo separavano dall’ambizione alla realizzazione di un sogno proibito. Minuti lunghi come ore, con le gambe che pesavano una tonnellata e il crono che scandiva i secondi, facendo l’elastico fra la possibile rimonta del gruppetto dei big e la voglia di andare oltre. Il toscano di Castiglion Fiorentino è il volto nuovo del ciclismo italiano, che è tornato sul tetto della “Corsa dei muri” 12 anni dopo il trionfo firmato dal veneto Alessandro Ballan, che l’anno dopo avrebbe conquistato anche il Mondiale su strada a Varese. «L’emozione e la stanchezza sono micidiali ma, piano piano, comincio a rendermi conto di cosa ho combinato ieri. Questa vittoria ripaga anche le persone che hanno sempre creduto in me, lavorando nel silenzio anche nei momenti più bui. È un bel premio per tutti: per me come per loro», le parole del 26enne vincitore del Giro delle Fiandre. «Punto di arrivo? No, semmai lo è di partenza», ci tiene a precisare Bettiol. «Purtroppo, o per fortuna, la mia vita adesso cambia: è tutto una sorpresa, cercherò di restare me stesso. Mi fa piacere che gli appassionati si emozionino anche per le mie gesta sulla bicicletta», racconta. «Bettiol ha vinto da campione, partendo sul terzo e ultimo passaggio del Vecchio Kwaremont - l'incoronazione del ct azzurro Davide Cassani -. Un numero d’alta scuola, il suo. Ha fatto qualcosa di eccezionale». —
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