Barbara Berlusconi: «Seguo il cuore, Pato non è un colpo di testa»

ROMA
«Che ipocrisia: perchè dovrei scegliere il mio compagno secondo un clichè? Preferisco assecondare le mie impressioni. E il mio cuore». Così Barbara Berlusconi, 27 anni, in un’intervista a Vanity Fair - in edicola oggi - parla della sua love story con Pato, 22 anni, attaccante brasiliano del Milan.
Al settimanale - che le dedica la copertina - Barbara racconta come è cominciata la storia e come è finita - dopo dieci anni d’amore - quella con Giorgio Valaguzza, padre dei suoi figli, Alessandro e Edoardo. «La separazione - spiega - è stata un passaggio doloroso per tutti. Ma sia io che Giorgio abbiamo sempre dato il massimo: evidentemente non è bastato e doveva andare così. Siamo cresciuti insieme, io avevo 16 anni e lui 22. Con il passare del tempo ci siamo formati, siamo cambiati nel carattere e nelle aspirazioni. Dopo dieci anni ci siamo ritrovati più maturi, ma distanti». «Questa relazione - aggiunge - non è un colpo di testa. Se non fossi innamorata, non starei con un uomo».
Barbara dice di essere felice. «Alexandre è una persona con cui è bello condividere». E sul fatto che, appena arrivata nel cda del Milan, abbia cominciato ad uscire con uno dei suoi campioni, risponde: «Mi sento una ragazza normale che si innamora di un ragazzo che la colpisce. Non ne farei una questione di status o di etichetta violata. Forse alle scelte di noi donne si applicano categorie di giudizio differenti. Ma se avrò commesso un errore lo scoprirò da me: non posso certo vivere secondo i criteri che altri si arrogano di scegliere».
«Però suo fratello Pier Silvio avrebbe detto di recente che Pato è incedibile perchè è uno di famiglia», domanda il settimanale. «Tutti - risponde - sono cedibili, Pato non fa differenza».
Sui problemi che il calciatore avrebbe per gli alimenti alla ex moglie, Barbara Berlusconi osserva: «Questa è una vicenda delicata che non mi riguarda. Preferisco non parlarne. Abbiamo entrambi un passato sentimentale importante ma, giorno dopo giorno, guardiamo solo avanti».
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